"Il fatto non sussiste" e l’assoluzione avrebbe dovuto essere pertanto pronunciata per questo, e non perché il fatto non costituisce reato.
È quanto deciso dalla prima sezione penale della Corte d’Appello di Catania, che ha interamente accolto l’appello proposto dall’avvocato Piero Gurrieri contro la sentenza del Tribunale di Ragusa emessa lo scorso anno che lo vedeva assolto ma con una motivazione riduttiva rispetto a quanto sarebbe stato necessario alla luce di una corretta ricostruzione dei fatti e della condotte dell’allora assessore alla Trasparenza. I fatti si riferiscono alla vicenda della stabilizzazione di alcuni staffisti del Comune di Vittoria (2011), in seguito alla quale tutti i componenti della giunta Municipale erano stati rinviati a giudizio per poi, nel maggio 2017, essere assolti “perché il fatto non costituisce reato” dal Tribunale di Ragusa, presieduto dal giudice Saito.
Nonostante la sentenza di assoluzione, l’avvocato Gurrieri è stato l’unico che ha ritenuto di proporre ugualmente appello, contestando punto per punto, con l’assistenza dell’avvocato Vincenza Rando, la sentenza, pur se a lui favorevole, resa dal Tribunale. E non solo la Corte d’Appello gli ha dato ragione, ma anche il Procuratore Generale, rappresentante della pubblica accusa, ha chiesto l’accoglimento dell’appello del Gurrieri in quanto "fondato e condivisibile".