Alti livelli di istamina nei filetti di tonno fresco. Una inchiesta di Altroconsumo, ha analizzato 36 campioni di tonno acquistati presso supermercati, pescherie, banchi dei mercati rionali, sushi corner e alcuni ristoranti di Roma e Milano.
Esami per verificare la presenza di nitrati e nitriti non consentiti dalla legge. In più si è quantificato il livello di istamina eventualmente presente, una sostanza tossica derivata dalla degradazione delle carni di tonno che a dosi elevate può causare la sindrome sgombroide, intossicazione che si manifesta con sintomi simili a quelli di un’allergia. I risultati: un campione di tonno, acquistato in una pescheria di Roma, ha mostrato un tenore di istamina talmente elevato (1172 mg/kg, a fronte di un limite massimo di legge di 200 mg/kg) da far supporre un rischio per la salute dei consumatori che abbiano consumato quel prodotto.
Quattro campioni con presenza di nitrati e nitriti denotano l’uso improprio di questo tipo di additivi. I filetti di tonno incriminati sono stati acquistati presso un mercato rionale e due ristoranti di Milano e in un supermercato di Novate Milanese. In altri quattro casi è stato dimostrato come sia stato venduto tonno obeso al posto del dichiarato tonno a pinne gialle, molto più pregiato. Gli esiti delle analisi sono stati inviati al ministero della Salute.