Le continue notifiche dello smartphone possono essere motivo di stress. In media una persona riceve dalle 65 alle 80 notifiche al giorno e per evitare lo stress bisognerebbe farle arrivare solo in tre momenti della giornata.
Lo rivela uno studio della American Psycological Association della Duke University. I ricercatori per la ricerca hanno esaminato le reazioni di alcuni volontari a cui è stato chiesto di controllare il telefono normalmente, un gruppo riceveva le notifiche ‘in blocco’ ogni ora, uno ogni tre ore, alle 9 del mattino, alle 15 e alle 21 e uno non le riceveva affatto. A tutti era permesso di controllare il telefono quando volevano, ma a schermo bloccato non erano visibili le notifiche. In generale le persone affermano che le notifiche del telefono le fanno sentire stressate, infelici e non produttive, come spiegano i ricercatori.
Questo rimane vero sia per il gruppo ‘di controllo’ e anche per quello che le riceveva ogni ora, che non hanno mostrato differenze apprezzabili rispetto a quello che non aveva restrizioni. Sorprendentemente anche spegnere totalmente le notifiche non funziona, perchè le persone hanno poi la sensazione di guardare il telefono ‘intenzionalmente’ più spesso rispetto alla norma. Tre serie di notifiche sembrano la soluzione ottimale, con i soggetti che dichiarano di sentirsi più positivi, produttivi e in controllo". Dallo studio è nata una start up interna all’università che sta per rilasciare al pubblico una app Android studiata per ‘raggruppare’ le notifiche, il cui lancio dovrebbe avvenire nelle prossime settimane.
Un altro studio rivela come che il 53% delle persone soffre di nomofobia ovvero la nuova patologia legata all’uso smodato dei cellulari di ultima generazione, di cui ormai in pochi sono immuni. Questa nuova patologia provoca ansia, stress e in alcuni casi attacchi di panico. Dal 2008 si è iniziato a parlare di nomofobia, con studi condotti fra i giovani: da una prima analisi il 53% degli intervistati era affetta da questo disturbo, percentuale salita al 66% solo quattro anni dopo. Il profilo del “nomofibico” è particolarmente interessante: giovani tra i 18 e i 24 anni, con comportamenti tipici come la resistenza a spegnere il cellulare e la tendenza ossessiva a controllare il messaggio, oltre al terrore di rimanere senza campo.
Le conseguenze della nomofobia sono gravi: cali di attenzione verso le attività quotidiane, carenza e disinteresse per le interazioni dal vivo, per finire ad ansia, stress e attacchi di panico. A spiegare da cosa nasce la nomofobia è stato David Greenfield, assistente clinico di Psichiatria all’Univeristà del Connecticut: “ Questa nuova forma di dipendenza dipende da un malfunzionamento della dopamina, il neurotrasmettirore che regola il circuito celebrale della ricompensa, spingendo a compiere un’azione per avere in cambio un premio. Considerando i messaggi come un premio, il fatto di non sapere quando arriverà una nuova notifica, costringe il cervello della persona affetta dalla patologia a controllare continuamente”.