Cala a marzo il prezzo del latte in Europa. Lo rivelano i dati pubblicati ad aprile 2018 dal Milk Market Observatory della Commissione Europea. Secondo i dati il prezzo medio del latte in Europa (EU 28) è calato di soli 0.52 euro/q.le, rispetto a febbraio 2018. Il calo rispetto a gennaio 2018 è invece di 1.47 euro/q.le mentre, rispetto a marzo 2017, si è verificato un aumento di 0.82 euro/q.le. Una parte consistente dell’industria lattiero-casearia ha ridotto il prezzo del latte alla stalla in Italia di oltre 1.5 euro/q.le. Il gruppo Italatte, con una lettera inviata il 4 aprile 2018 ai suoi conferenti, ha derogato il contratto in essere riducendo il valore di riferimento dell’indice da 37 euro/ettolitro a 35.5 euro/ettolitro. In Germania il prezzo medio del latte alla stalla nei primi tre mesi del 2018 è stato di 36.76, 34.88 e 34.88 euro/q.le rispettivamente, con una differenza molto ridotta rispetto all’Italia (36.57, 35.98 e 35.81 euro/q.le).
Si conferma pertanto la tendenza, in atto già da molto tempo, di equiparare il prezzo del latte del nostro paese alla media europea. La Camera di Commercio di Firenze è intervenuta a difesa del latte e in particolare contro la disaffezione per il latte, accusato di essere poco digeribile, di essere portatore di sostanze inquinanti e di favorire allergie o infezioni. La Cciaa ha promosso una tavola rotonda sulle sue qualità nutrizionali con PromoFirenze e il patrocinio della Regione Toscana, nell’ambito del Programma Latte nelle scuole (finanziato da Ue e Ministero delle politiche agricole). Protagonisti dell’evento sono stati nutrizionisti, ricercatori, imprenditori della filiera lattiero-casearia del territorio.
In Toscana il settore conta infatti 681 imprese (594 solo di allevamento bovini e produzione latte) con 3.855 addetti (dei quali un migliaio negli allevamenti). Tuttavia, affermano gli imprenditori, la fine del regime europeo delle quote latte, la conseguente flessione del prezzo, e il calo dei foraggi dovuto alla siccità dell’anno passato, stanno creando da un lato una diminuzione della remunerazione, e dall’altro un aggravio di costi, col risultato di un calo degli affari. “Abbiamo una contrazione importante, che produce effetti devastanti che vedremo forse nei prossimi mesi”, ha sottolineato Giacomo Matteucci (Confagricoltura Toscana).