E’ una vicenda molto da addetti ai lavori ma sta provocando un botta e risposta tra forze di opposizione e amministrazione comunale, quella relativa ad una indagine della Procura Regionale della Corte dei conti sugli incentivi alla dirigenza delll’ente locale, e cerchiamo di raccontarla nella sue linee principali.
Il capogruppo del Pd, Mario D’Asta, alla notizia di tale indagine, si è snetito in dovere di chiedere “conto e ragione in quanto, sotto i riflettori della magistratura contabile, sarebbe finita la delibera di Giunta n. 662 del 29 dicembre 2016 con cui il Comune aveva stipulato un accordo decentrato in materia di modalità di utilizzo delle risorse decentrate della dirigenza per l’anno 2016. Pertanto Mario D’Asta afferma “vorremmo comprendere cosa c’è di vero rispetto a queste indiscrezioni e cioè se davvero la Procura regionale si sta interessando di verificare comportamenti non proprio lineari adottati dalla Giunta Piccitto.
Bisognerebbe, infatti, comprendere quale sia la scelta di fondo che ha animato l’azione di un esecutivo che da tempo dice di volere ridurre i costi della politica mentre d’altro canto si è adoperato, quasi sommessamente, per fare crescere a dismisura gli appannaggi dei dirigenti del Comune. Niente da dire, per carità, sulla professionalità di chi si occupa di guidare i settori dell’ente e che, tra l’altro, deve fare i conti con responsabilità non da poco. Allo stesso tempo, però, non possiamo non ritenere, così come avevamo denunciato a suo tempo, che il troppo stroppia ed evidentemente tutto ciò non vale solo per noi ma anche per la Corte dei conti che, a quanto pare, avrebbe deciso di indagare”.
D’Asta conclude invitando “il sindaco Piccitto a riferire al Consiglio comunale, e quindi alla città, per capire come stanno le cose e quali sono le eventuali spiegazioni che il sindaco intende fornire rispetto ai pesanti addebiti che sarebbero stati mossi”. Puntuale la risposta dell’amministrazione comunale che così risponde “D’Asta nel suo intervento, cita la deliberazione di Giunta Municipale n. 662 del 29-12-2016. Ma non si accorge, ed avrebbe potuto farlo con un semplice controllo, che proprio questa delibera è stata già corretta dagli stessi uffici che l’avevano preparata, nell’ambito dell’autotutela amministrativa dell’Ente, dopo i doverosi approfondimenti su una materia quanto mai complessa”.
La nota del Comune poi prosegue “Riguardo alla determinazione dirigenziale n. 725 del 05-05-2017 e alla successiva deliberazione di Giunta Municipale n. 248 del 05-06-2017, D’Asta in questi documenti troverà le correzioni effettuate in totale autonomia dagli uffici del Comune di Ragusa, rispetto alla delibera del 29 dicembre 2016. Aggiungiamo un’altra informazione, in relazione al fondo risorse decentrate 2016, ci comunicano sempre gli uffici, non è stato adottato alcun provvedimento di accertamento e liquidazione della retribuzione di risultato in favore della dirigenza dell’Ente. Quindi, nessun danno, di nessun tipo, potrebbe essere causato dalla deliberazione del 29 dicembre 2016, peraltro poi corretta”.
Infine, da parte dell’amministerazione Piccitto l’ultima precisazione in risposta alle considerazioni di Mario D’Asta “le posizioni organizzative, sono aumentate sì, ma a costi invariati. Dal 2012 ad oggi, i costi sono diminuiti e non cresciuti. Non lo diciamo noi, bensì le relazioni del Collegio dei Revisori dei Conti. Del resto il tetto è fissato dalla legge e non può crescere a dismisura. Noi, a differenza del capogruppo del Pd, non siamo abituati a raccontare storie. Di solito ci basiamo sui fatti". Sulla vicenda da registrare anche un intervento del movimento Territorio Ragusa su cui questo giornale ha già ampiamente riferito. (da.di.)