Non siamo così ingenui da non averlo messo in conto, che due della principali opere infrastrutturali del territorio ibleo, il tratto autostradale Rosolini-Modica ed il raddoppio della Ragusa-Catania, sarebbero state oggetto di promesse elettorali sempre più insistenti a due giorni dalla scadenza elettorale di domenica.
Ma alle parole (tante) non sono seguiti i fatti (nessuno), anzi le notizie non sono certo incoraggianti. Se il segretario nazionale Pd Matteo Renzi si era detto “sorpreso per l’inghippo burocratico degli ultimi giorni” ed aveva assicurato il deputato regionale ibleo del suo partito, Nello Dipasquale, “d’essersi già attivato per il superamento del problema”, di parere opposto è il centro-destra locale, in particolare Forza Italia, che ha tenuto una convention in città nei giorni scorsi, su organizzazione del commissario provinciale Giovanni Mauro. Presenti gli assessori regionali Marco Falcone (Infrastrutture) Bernadette Grasso (Autonomie locali) e Edy Bandiera (Agricoltura), il primo ha parlato delle due opere lungamente attese da questa parte della Sicilia: la Rosolini-Modica e il raddoppio della Ragusa-Catania.
Anzi, per la prima opera, Falcone ha assicurato “inizieremo a pagare le ditte fornitrici e subappaltatrici che rappresentano la vera economia di questo territorio. Non solo, abbiamo infatti già diffidato la ditta affidataria dell’appalto perché riprenda i lavori entro 15 giorni, pena la risoluzione del contratto. Risoluzione che implicherebbe per la stessa un risarcimento alla Regione Siciliana e al Consorzio Autostrade Siciliane che abbiamo già calcolato per un ammontare di oltre 50milioni di euro”. Relativamente al raddoppio sulla strada per Catania, ha aggiunto “non arretreremo di un passo. Dovete sapere che mentre a Napoli, pochi giorni fa, il ministro Delrio annunciava che da lì a breve il progetto sarebbe arrivato al Cipe, a Roma, la dr.ssa Del Verme, ragioniere generale e cognata del premier Gentiloni, rallentava, ancora una volta, l’iter procedurale dell’opera, rimandando l’intera pratica al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Per questo, il 2 marzo, noi saremo a Roma, non tollereremo ulteriori ritardi su opere così importanti. Questo significa farsi carico delle istanze del territorio. Per questo saremo a Roma e porteremo a casa il risultato”. Di tutto ciò si è poi discusso, nella serata di mercoledì’, a Pozzallo, in un incontro pubblico organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, di cui riferisce la deputata regionale 5 stelle Stefania Campo, che commenta “una trama politico-burocratica veramente tragica”. Dopo aver individuato “l’intrecciarsi fra loro di interessi speculativi da parte di chi dovrebbe semplicemente realizzare l’opera e consegnarla alla comunità, il disinteresse di buona parte della “classe politica”, o quantomeno, la disorganizzazione e la superficialità nell’affrontare i concreti problemi procedurali e giuridici, e l’oramai evidente incapacità, degli enti competenti, di progettare grandi opere prevedendo in tempo le criticità a cui lo svolgimento naturale dei lavori può andare incontro durante il percorso stesso”, la Campo ricorda “gli operai e le piccole ditte locali, letteralmente dissanguati dalle mancate liquidazioni delle fatture e di parte delle retribuzioni. Difatti i lavoratori attendono ben tre mensilità e le aziende sub-appaltatrici, e fornitori vari, addirittura non ricevono compensi dal luglio del 2016, cioè da oltre 19 mesi.
Le organizzazioni sindacali hanno anche lanciato un ultimo grido di allarme: il serio rischio che l’autostrada Siracusa-Gela si trasformi concretamente in una sorta di “Salerno-Reggio Calabria” del sudest siciliano. Infine, secondo Stefania Campo, “come già anticipato da tutti i vari rappresentanti sindacali, il prossimo passo deve essere una seria mobilitazione civile, democratica e popolare, al fine di obbligare i governi alla realizzazione e al completamento delle infrastrutture strategiche per la comunità iblea: investimenti reali e riordino della compagine societaria dell’aeroporto di Comiso, ammodernamento della ferrovia con garanzie da sottoscrivere in seno al contratto di servizio decennale fra Trenitalia e Regione, superstrada Ragusa-Catania, tratto Rosolini-Modica e quindi autostrada Siracusa-Gela”.
Analoghe osservazioni anche dalla deputata nazionale pentastellata MariaLucia Lorefice “Quello di ieri per l’autostrada Siracusa-Gela e per la tratta Rosolini-Modica è stato il secondo incontro a distanza di mesi. Continuano gli incontri, certamente necessari ma, purtroppo, in questi mesi poco o nulla è cambiato. Stessi problemi, stesse criticità. A preoccupare sono, in particolare, le conseguenze che ostacoli burocratici ed economici stanno avendo su centinaia di lavoratori, sulle loro famiglie, sulla tenuta delle imprese fornitrici di beni e servizi. Legittima e comprensibile è la preoccupazione di tanti lavoratori”. Secondo la Lorefice “bisogna che venga stilato e rispettato un cronoprogramma chiaro di come si vorrà procedere per dare respiro alle imprese e completare un’opera che può essere volano per l’economia del territorio e che invece oggi corre il serio rischio di rimanere letteralmente sventrato, con tutte le conseguenze ambientali che possiamo ben immaginare.
Non più tardi di dicembre abbiamo chiesto impegni precisi all’assessore regionale Falcone dal quale attendiamo ancora risposte chiare che non dovranno essere in alcun modo disattese. Un’autostrada non finita resta un’opera morta e nel 2018 non è più ammissibile. Non lo era oltre un ventennio fa quando iniziarono i lavori, non lo è ancor di più oggi”. (da.di.)