La Polizia con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza di Pozzallo ed una dei Carabinieri ha sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria i tre presunti scafisti dello sbarco dello scorso fine settimana a Pozzallo di 86 tunisini.
Si tratta di tre uomini, anch’essi tunisini: Jaddou Seifeddin di 32 anni. Aimi Ridha, 24 anni e Ben Abde 28 anni. Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto l’imbarcazione partita dalle coste tunisine. Dalle indagini è emerso che i tre membri dell’equipaggio fossero in accordo con gli organizzatori tunisini tanto da non averli visti nelle cosiddette “connection house”, ma solo quando saliti a bordo della barca in legno. Grazie alle testimonianze è emerso che una volta giunti in acque internazionali i membri dell’equipaggio hanno richiesto l’aiuto via telefono satellitare ed atteso i soccorritori.
A differenza dei viaggi con partenza dalla Libia, dove i natanti vengono affidati a scafisti pronti ad assumersi la responsabilità pur di non pagare il viaggio, quando si salpa dalla Tunisia, considerato che il viaggio è più impegnativo, esiste sempre un equipaggio, difatti sono stati ben tre i responsabili. Dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica i tre sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti. I fermati nel 2018 sono sei.