Affidata ad un comunicato stampa e non più ad una conferenza stampa precedentemente indetta e poi annullata “per vari motivi, anche di ordine pubblico” la spiegazione sulla decisione di fermarsi da parte di direttore sportivo, staff tecnico, rosa della prima squadra (così si firmano n.d.r.) del Ragusa calcio.
Assicurando la propria intenzione di “buttare acqua sul fuoco come sempre abbiamo fatto” i firmatari della nota aggiungono “cominciamo con una domanda che porgiamo a chiunque legga questa nostra comunicazione. Chi di voi sarebbe disposto ad andare a lavorare senza percepire il compenso pattuito? Noi sì. Lo abbiamo fatto per sei mesi e mezzo, abbiamo continuato a vivere di promesse, abbiamo ricevuto solo 2 mensilità, quelle di agosto e settembre (la mensilità di settembre ricevuta dopo Natale). Malgrado tutto abbiamo continuato a credere alle rassicurazioni che giungevano dalla società, aspettando quel domani che non arrivava mai.
L’apice è stato toccato il 31 gennaio scorso quando, malgrado avessimo in mano dei titoli, c’è stato chiesto ancora una volta di spostarli a data da destinarsi (tali titoli prevedevano i rimborsi di ottobre e novembre). Malgrado tutto abbiamo affrontato altre due partite dando come termine ultimo il venerdì prima della partita con il Sant’Agata. È ovvio che questa situazione ci distrugge nell’anima. Se siamo a Ragusa è solo per giocare e mai avremmo voluto fare né conferenze, né comunicati. Ribadiamo che noi siamo pronti in qualsiasi momento a raggiungere Ragusa per fare il nostro ma vogliamo certezze, nessuna promessa, nessuna data da destinarsi. Il Ragusa calcio è un bene di tutti, allora che ognuno si dia da fare, noi abbiamo sempre fatto il nostro”.
Un riscontro immediato, la situazione della ASD Città di Ragusa, lo trova nell’associazione Ragusa in movimento, il cui presidente Mario Chiavola chiama pesantemente in causa l’amministrazione comunale. Il quale afferma “siamo in una fase particolarmente delicata e paradossale di una stagione che avrebbe dovuto essere quella della rinascita e che invece si è rivelata, come facilmente prevedibile analizzando i presupposti, un fallimento. Al di là di quello che succederà e di una salvezza nel campionato di Eccellenza che appare, al momento, alquanto improbabile, vorremmo capire in che modo l’amministrazione comunale sta affrontando questa situazione. Una volta era vanto del Comune potere contare su una squadra di calcio che rappresentasse la città in Sicilia e anche oltre.
Di tutto ciò al sindaco Federico Piccitto sembra non fregare un fico secco. Qualcuno ci potrà dire: ma che c’azzecca l’amministrazione comunale con la squadra di calcio? Bè, noi diciamo che chi si occupa di governare una città deve avere il polso di tutto ciò che succede nel proprio ambito territoriale. E un sindaco che si rispetti, in un caso del genere, avrebbe dovuto informarsi, stigmatizzare la dirigenza, se necessario, aiutarla, se ritenuto opportuno. Ma l’indifferenza più totale ci sembra che non abbia senso alcuno. Quindi, Piccitto e company, sveglia. Stiamo parlando della squadra di calcio che rappresenta Ragusa e non di un sodalizio che porta il nome di un’altra città vicina. Datevi una mossa”. (da.di.)