Sembra destinato ad entrare nel novero dei misteri italiani (e siciliani), che forse nemmeno Carlo Lucarelli nelle sue puntate di “Blu notte” riuscirebbe a risolvere, il raddoppio della cosiddetta superstrada Ragusa-Catania.
Sta circolando infatti in queste ore la notizia di un ulteriore stop all’iter per la realizzazione. Purtroppo, le voci, visto che siamo in campagna elettorale per le ormai imminenti elezioni politiche, trovano un uso tutto politico ed anzi elettorale che offusca ancor più una eventuale ricerca della verità. E veniamo al dunque. Il senatore di Forza Italia Giovanni Mauro, segretario della Presidenza del Senato, candidato alla Camera dei deputati nel Collegio plurinominale della Sicilia Sud-Orientale, lancia l’allarme “le ultime notizie ci informano dell’ennesimo schiaffo, di un’ulteriore umiliazione inflitta al nostro territorio: un nuovo stop all’iter amministrativo che sembrava essere arrivato a un traguardo che oggi, invece, torna ad allontanarsi”.
E Mauro coglie l’occasione per ricordare che “l’approvazione del progetto preliminare da parte del Cipe, le cui cifre complessive dell’appalto sono di 815.374.595 euro, risale al 22 gennaio 2010, durante il governo guidato dal presidente Berlusconi. All’epoca, segretario del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica era l’onorevole Gianfranco Miccichè. Noi abbiamo messo in moto la macchina amministrativa e da allora un Governo nazionale di natura tecnica e tre governi di centrosinistra non hanno fatto altro che far rimbalzare le carte a volte, come quest’ultima, anche in maniera inutile. La verità è che questi Governi se ne sono fregati del Sud e dei suoi bisogni”. Ma niente paura, assicura il senatore azzurro “non appena il centrodestrà sarà nuovamente alla guida del Paese, la realizzazione dell’autostrada Ragusa-Catania sarà prioritaria nella nostra agenda politica. Mancano, ormai, pochi giorni al cambiamento.
Dopo il 4 marzo la terra iblea avrà nuovamente l’opportunità di poter contare nel proficuo rapporto tra l’esecutivo regionale e quello nazione che sarà certamente a trazione Forza Italia. E sulla Ragusa-Catania non ci saranno più prese in giro!”. A queste parole non poteva certo mancare la replica da parte del Partito Democratico, il cui plenipotenziario locale è certamente il rieletto deputato regionale ragusano Nello Dipasquale, segretario alla Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, che risponde a tono “in queste ore c’è chi cerca di fare passare il messaggio che la realizzazione del raddoppio della Ragusa-Catania è un progetto ormai morto”.
E qui però Dipasquale si trova costretto ad ammettere che “l’iter si era spostato a Roma, al Ministero dell’Ambiente, dove ha ottenuto un ulteriore ok per arrivare poi al Cipe. Qui l’iter si è fermato, ma noi continuiamo a lavorare”. Ma anche Nello Dipasquale sembra assicurare ‘niente paura’ ed infatti annuncia “domani (oggi per chi legge n.d.r.) incontrerò il Presidente del Consiglio Gentiloni per discutere proprio di questo argomento. Successivamente si potranno fare nuove valutazioni. Non mi sembra corretto, infatti, che tutto il lavoro fatto fino a questo momento possa essere sminuito solo sulla base di uno stop che appare esclusivamente di natura tecnica”.
E a proposito del lavoro fatto in precedenza, Dipasquale ricorda “quest’opera è stata finanziata dal Governo Renzi grazie al Patto per il Sud. Ciò ha permesso di far partire tutte le procedure che hanno coinvolto anche la Soprintendenza dove grazie al lavoro del dr. Calogero Rizzuto, che ringrazio, e quello degli uffici di cui è a guida è stato possibile superare problemi di diversa natura che avevano davvero messo a rischio parte del progetto. Successivamente l’iter si è spostato a Roma, al Ministero dell’Ambiente, dove ha ottenuto un ulteriore ok per arrivare poi al Cipe dove l’iter si è fermato, ma noi continuiamo a lavorare”.
Sentiti dunque i due illustri rappresentanti istituzionali ragusani rimane però il dubbio, oltre che sulla paternità dell’opera, che sembra vicenda oramai ampiamente superata, su cosa sia successo al Cipe e soprattutto se le procedure per il raddoppio saranno sbloccate per dare inizio ai tanto attesi lavori. E’ questo in parole povere che i cittadini dell’ emarginato territorio del sud-est desiderano sapere. (da.di.)