Ricostruita la prima ferita artificiale che riesce ad auto ripararsi da sola. A farlo sono stati alcuni ricercatori della Emory University, che descrivono la ferita biotech sulla rivista Nature Communications.
Gli studiosi spiegano che la tecnica servirà per la diagnosi di malattie legate al sangue e per sperimentare farmaci. Nella ricostruzione si vede tutta la complessità con cui un vaso sanguigno danneggiato torna integro. I ricercatori spiegano che ogni volta che una ferita si rimargina avviene un fenomeno complesso, che coinvolge il vaso sanguigno danneggiato, le piastrine e le proteine del sangue che hanno il compito di formare una sorta di rete che chiude la ferita e lo stesso flusso sanguigno. Il sistema ideato dai ricercatori della Emory University è il primo a riprodurre tutti gli aspetti di una ferita e della sua riparazione, dalla perdita di sangue alla formazione del coagulo che blocca l’emorragia e alla riparazione del vaso sanguigno.
Tuttavia il modello non include i muscoli lisci che rivestono vene e arterie e non si applica ai vasi più grandi. Tra le altre cose, i ricercatori hanno potuto constatare che l’emorragia in seguito ad un trauma impiega circa 8 minuti per arrestarsi completamente. (fonte e foto: Emory University)