Bere due bicchieri di vino al giorno riduce il rischio di malattie cardiovascolari e potrebbe aiutare a “ripulire il cervello” eliminando le tossine, tra cui quelle associate alla malattia di Alzheimer.
E’ quanto annuncia uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports e condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Rochester Medical Center (URMC) che in passato avevano descritto il funzionamento del sistema glinfatico, ovvero il processo di pulizia del cervello, attraverso il quale il liquido cerebrospinale viene pompato nel tessuto cerebrale e permette di eliminare tossine, comprese le proteine beta amiloide e tau, associate con l’Alzheimer. Lo stesso team, in seguito, aveva mostrato che il sistema glinfatico è più attivo mentre dormiamo, può essere danneggiato da ictus e traumi e migliora con l’esercizio.
Ora, con un nuovo studio condotto su topi ha esaminato l’effetto dell’alcol. Studiando il cervello di animali esposti ad alti livelli di alcol per un lungo periodo di tempo, i ricercatori hanno osservato che negli astrociti, cellule chiave nella regolazione del sistema glinfatico, presentavano alti livelli di un marcatore molecolare per l’infiammazione. E questo era collegato a ridotte capacità cognitive e motorie. In topi esposti a bassi livelli di consumo di alcol, pari a circa 2 bicchieri al giorno, invece, il sistema glinfatico era più efficiente nel rimuovere i rifiuti rispetto agli animali non esposti. Inoltre i livelli di infiammazione cerebrale erano inferiori. Il sistema glinfatico è un sistema di rimozione di sostanze di scarto la cui esistenza è stata provata nel sistema nervoso centrale (SNC) dei mammiferi.
Nell’organismo il sistema linfatico è responsabile della rimozione delle proteine extracellulari, fluidi in eccesso e prodotti di scarto del metabolismo dai tessuti periferici. Il flusso glinfatico, nell’encefalo, si affianca al normale flusso linfatico. Proprio nel 2015 infatti, è stata pubblicata dalla rivista Nature l’importante scoperta effettuata dal dottor Loveau et al., dove si dimostra la presenza di vasi linfatici meningei nell’encefalo, che circondano i seni durali. Il percorso del flusso glinfatico consiste in ingresso da un sistema para-arteriale (ossia che scorre accoppiato ad arterie fin nel parenchima cerebrale), insieme a un meccanismo di clearance (pulizia) per la rimozione del fluido interstiziale e dei soluti extracellulari dai compartimenti interstiziali del cervello e del midollo spinale.
Uno scambio di soluti tra il liquido cefalorachidiano (o liquido cerebrospinale, o liquor) e il fluido interstiziale è stimolato dalle pulsazioni arteriose e regolato durante il sonno dall’espansione e contrazione dello spazio extracellulare. La clearance di proteine solubili, prodotti di scarto e fluido extracellulare in eccesso è realizzata tramite lo scorrimento convettivo del fluido interstiziale, facilitato dalla presenza di acquaporine (AQP4) nella membrana degli astrociti. Il nome di sistema glinfatico è stato coniato dalla neuroscienziata danese Maiken Nedergaard, come riconoscimento della dipendenza di questo dalle cellule gliali e lo svolgimento di mansioni nel SNC tipiche del sistema linfatico.