Il caffè per prevenire ictus e malattie al cuore. Lo rivela uno studio della University of Colorado School of Medicine ad Aurora.
La ricerca evidenzia ancora una volta che bere caffè potrebbe proteggere da ictus e da scompensi cardiaci, problemi oggi sempre più diffusi nel mondo e responsabili di tanti decessi. Secondo i ricercatori bere caffè riduce il rischio di insufficienza cardiaca, ictus e malattia coronarica. Ogni tazza extra di caffè consumata al giorno ha ridotto ognuna di queste condizioni dell’8%, 7% e 5%, rispettivamente, fino ad almeno sei tazze al giorno. La ricerca preliminare è stata presentata presso la Scientific Sessions dell’American Heart Association ad Anaheim, in California. Non è ancora stato pubblicato in una rivista medica sottoposta a peer review, ma non è la prima ricerca a suggerire che il caffè protegga il cuore e le arterie.
Il 97% delle persone coinvolte nello studio, bevitori di caffè con un consumo da una a sei tazze al giorno, ha avuto benefici. Il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea, parte della famiglia botanica delle Rubiacee, un gruppo di angiosperme che comprende oltre 600 generi e 13.500 specie. Sebbene all’interno del genere Coffea siano identificate e descritte oltre 100 specie, commercialmente le diverse specie di origine sono presentate come diverse varietà di caffè. Le più diffuse tra esse sono l’arabica e la robusta.
Secondo una diceria ottocentesca, il caffè eserciterebbe un’azione meno eccitante nei luoghi umidi e paludosi e si riteneva che questa fosse la ragione per cui i paesi in cui se ne fa maggior consumo in Europa sono il Belgio ed i Paesi Bassi. In Medio Oriente, dove si usa di ridurlo in polvere finissima e farlo "all’antica" per berlo ancora torbido, il bricco, nelle case private, è sempre sul fuoco. Secondo il medico Paolo Mantegazza, patologo ed igienista, il caffè, contrariamente a quello che comunemente si pensa, «…non favorisce in alcun modo la digestione»; tuttavia può essere fatta una distinzione: il criterio può essere riferito a coloro ai quali il caffè non provoca eccitazione particolare, mentre per coloro che sono sensibili alla bevanda, può portare la sua azione anche sul nervo pneumogastrico ed è un dato di fatto innegabile che possano digerire meglio (l’uso invalso di prendere una tazza di buon caffè dopo un lauto pranzo ne è una testimonianza, neppure troppo indiretta).
Anche se la maggioranza di maître di sala o chef di cucina dicono che il caffè preso dopo pranzo aiuta la digestione, la cosa non è ancora stata provata. Preso alla mattina a digiuno, sembrerebbe che il caffè vuoti lo stomaco dai residui di un’imperfetta digestione e lo predisponga ad una colazione più appetitosa; va precisato ad ogni modo che una tazzina di caffè, cioè 10 cl di caffè, e un cucchiaino di zucchero, apportano all’organismo solo 45 calorie in totale. Resta inoltre valida la raccomandazione della Food and Drug Adminstration di «…evitare se possibile i cibi, le bevande e i medicinali che contengono caffeina, o comunque consumarli solo raramente».
Molti ricercatori sconsigliano il caffè decaffeinato, cioè quello contenente meno del 0,1% di caffeina, rimarcando l’uso di solvente tossico per eliminare la caffeina, del quale rimarrebbero tracce, che tuttavia per legge dovrebbero non essere sopra una soglia minima, comunque considerata dai medesimi detrattori troppo alta (es. etilmetilchetone: 20 mg/kg; se subisce reazioni di condensazione, forma dei veleni). In realtà molte aziende utilizzano dei metodi di produzione del decaffeinato che non necessitano di alcun solvente realmente tossico, e che quindi si possono considerare sicuri. Prima di mettersi in viaggio il caffè non è consigliato, se non dopo aver mangiato. Infatti è uno stimolante e facilita l’attenzione, ma favorisce anche un’ipersecrezione gastrica fastidiosa, soprattutto a stomaco vuoto.
Il caffè mescolato al latte bollente (il famoso cappuccino) ha la proprietà di bloccare l’appetito ed è comunemente pensato essere un sostitutivo del pranzo anche se impropriamente. Questo perché, con la temperatura, l’acido tannico del caffè si combina con la caseina del latte, dando luogo al tannato di caseina, composto difficile da digerire.