Non è solo una naturale condanna dei gesti delittuosi compiuti dai piromani che hanno appiccato incendi per venali motivi ma anche una riflessione a tutto tondo sul decadimento provocato dall’abbrutimento del bisogno, quella che compie la federazione ragusana di Sinistra Italiana in una sua nota.
Naturalmente in essa “si esprime sgomento alla notizia che alcuni vigli del fuoco volontari abbiano appiccato il fuoco per poter essere chiamati a spegnere gli incendi che ne sono scaturiti al solo fine di guadagnare, così, dieci euro l’ora” ma ne consegue anche la convinzione che “il gesto criminale di cui stiamo parlando è un sintomo gravissimo del decadimento dei valori fondanti di un apparato democratico quale dovrebbe essere il nostro ambito sociale. Rispetto per l’ambiente, tutela di esso, rispetto persino per quelle che possono essere le attrattive turistiche delle nostre zone, hanno ormai lasciato il passo al perseguimento di guadagni ad ogni costo, senza distinzione tra ciò che è lecito e ciò che, invece, è profondamente illecito.
Manca, ormai, in maniera diffusa, il senso di appartenenza a quella collettività che delle risorse naturali è la reale titolare, mentre ogni azione è spesso improntata al perseguimento dell’interesse personale”. Sinistra Italiana lancia poi una accusa al tempo del liberismo imperante in cui ci costringono a vivere, che rischia di trasmodare nel tempo della libertà di fare tutto ciò che si vuole, senza più nemmeno i limiti rappresentati dalla libertà e della dignità altrui“. Dopo aver manifestato “il profondo sconforto suscitato dalla perdita di ettari ed ettari di terre e boschi divorati dal fuoco” ad esso però si aggiunge un sentimento di rabbia verso chi non si è fatto scrupolo di sacrificare uno dei più alti beni comuni sull’altare del proprio bieco interesse”.
Anche se, per la federazione di Ragusa di Sinistra Italiana, “la notizia non può non indurre, almeno, ad una riflessione: noi temiamo che la determinazione di chi si è spinto ad appiccare il fuoco trovi fertile terreno nell’abbrutimento del bisogno di cui probabilmente queste persone, che restano incontrovertibilmente dei criminali, sono vittime. Insomma, senza voler indugiare in quella che non è né vuole essere un’attenuante, dal momento che il nostro giudizio sui fatti è senza tentennamenti, l’occasione torna propizia per riflettere su quanta base sociale stia dietro certi fenomeni criminali che andrebbero fronteggiati anche agendo su fattori quali l’affrancamento dallo sfruttamento e la lotta alla dilagante disoccupazione”. (da.di.)