Grande attesa a Ragusa per la conferenza di servizio convocata per oggi a Palermo presso il Dipartimento dell’Assessorato Territorio ed Ambiente e dalla quale si attendono due momenti decisivi per superare l’emergenza rifiuti che tanta preoccupazione e clamore aveva suscitato nel capoluogo ibleo lo scorso fine settimana.
Nella conferenza di servizio, come si legge in una nota ufficiale di Palazzo dell’Aquila “si dovrebbe completare l’iter necessario per il provvedimento autorizzatorio di AIA per il sito ibleo. Nelle more della definizione dell’AIA, stante la situazione di potenziale nuova emergenza rifiuti alla scadenza dell’ordinanza temporaneamente emanata dal Sindaco, il primo cittadino, dopo un confronto diretto con il Presidente della Regione Rosario Crocetta, l’assessore regionale Vania Contraffatto, ed il dirigente generale del dipartimento competente, ha ottenuto rassicurazioni sul fatto che sarà emesso, dalla Regione, un apposito provvedimento che consentirà il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti presso il sito di Cava dei Modicani prima del conferimento presso un’altra discarica”.
In pratica sarebbero questi i risultati ottenuti dalla missione palermitana del sindaco Piccitto di lunedì, dopo il caos dei giorni precedenti per la chiusura della discarica di Cava dei Modicani a partire da venerdì mattina, proprio per la mancata formalizzazione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) da parte della Regione siciliana che, nel contempo, aveva anche comunicato al Comune di Ragusa l’assenza di disponibilità di conferimento dei rifiuti in altri siti del territorio regionale. Per tutta risposta già sabato il sindaco, dopo la conferenza di servizi dell’Ato Ragusa Ambiente spa in liquidazione, tenutasi a Palazzo dell’Aquila, aveva emesso un’ordinanza sindacale rivolta alla stessa Ato Ragusa Ambiente.
In termine tecnici si è trattata di una ordinanza contingibile e urgente ex art. 50 comma 5 del decreto legislativo 267/2000 in relazione all’emergenza rifiuti che il Comune di Ragusa si trova a fronteggiare, a seguito della chiusura della discarica di Cava dei Modicani. L’atto adottato “ordina all’Ato Ragusa Ambiente spa in liquidazione, la cui continuità gestionale è garantita dal commissario della SRR in nome e per conto dei Comuni soci, di autorizzare il conferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani del Comune di Ragusa” secondo alcune particolari modalità tecniche, affinchè “le operazioni siano effettuate nel rispetto della salvaguardia delle matrici ambientali e in ogni caso garantendo il contenimento delle emissioni di biogas e odorigene, la protezione dall’inquinamento del suolo e delle falde acquifere e dell’osservanza di tutte le norme e disposizioni in materia di sicurezza ed igiene del lavoro per le attività svolte”.
Per tornare all’incontro palermitano di lunedì, al suo rientro il sindaco Piccitto aveva dichiarato “continueremo a vigilare per verificare che quanto assicurato dal Governo regionale sia rispettato nei modi e tempi prospettati. Non abbasseremo la guardia anche perché non possiamo permettere che ancora una volta vengano disattesi impegni gli impegni presi. Vista la volatilità delle determinazioni provenienti da Palermo è assolutamente imprescindibile che si giunga a fatti concreti. La città di Ragusa non può attendere oltre". Ma di tutto questo non appare assolutamente soddisfatto il laboratorio 2.0 che parla “di amministrazione grillina ragusana che si è esibita nuovamente in una prova di comunicazione ipocrita nei confronti della città” Secondo il direttivo del 2.0 infatti, alla luce dei risultati ottenuti “sostanzialmente la situazione non è cambiata di una virgola: ancora promesse, ancora attese.
Rimane solo la speranza che da Palermo venga trovato un sito alternativo e, nel frattempo, sia rilasciata l’Autorizzazione Integrata Ambientale per procedere col progetto di ampliamento”. Segue quindi l’elenco delle criticità che l’amministrazione Piccitto non avrebbe affrontato “lo stop al progetto della quarta vasca, la mancata messa in funzione del centro di compostaggio, la totale assenza di uno straccio di “piano b” per avere soluzioni in caso di qualsiasi problema, termometro importante della scarsa attenzione con la quale si affrontano i grandi temi per la nostra Ragusa. Infine il laboratorio si dice “consapevole che la normativa vigente prevede la chiusura delle discariche nel 2030 e che sarebbe impensabile costruirne di nuove, ma immaginare di procedere in questo modo senza alternative serie anche su un piano di impiantistica sembra completamente fuori da ogni logica di buon senso.
In altre parole, ciò che vogliono sapere i ragusani è: una volta superata l’emergenza di questi giorni, si riuscirà, finalmente, a programmare qualcosa di utile per non ritrovarci tra pochi mesi nella stessa situazione?”. (da.di.)