Ventisette ore al mese collegati su Whatsapp e Facebook e sette ore su Google. E’ quello che hanno fatto nel mese di marzo 30 milioni di persone in Italia. Il dato è stato diffuso dall’Osservatorio sulle Comunicazioni diffusi dall’Agcom.
Inoltre le linee di rete fissa a banda larga con velocità pari o superiore ai 10 Mbits hanno sfiorato nel primo trimestre 2017 le 16 milioni di unità, con una crescita su base annua pari a 770mila unità. I dati dell’Osservatorio trimestrale sulle Comunicazioni mostrano in particolare una riduzione degli accessi in tecnologia xdsl (-600 mila), diminuzione però più che bilanciata dalla crescita (+1,37 milioni) degli accessi in altre tecnologie (qualitativamente superiori), le quali raggiungono i 3,9 milioni di accessi grazie soprattutto alla crescita delle linee in fibra (Fttc-Ftth). Nel settore delle linee mobili, alla fine del primo trimestre dell’anno, le linee broadband con una velocità superiore ai 10 Mbits sono il 55% del totale, mentre quelle ultrabroadband (velocità superiore ai 30 Mbits) rappresentano il 17,4%, rispetto al 9,9% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.
Il quadro competitivo vede Tim, pur perdendo 0,9 punti percentuali su base annua e 0,5 punti percentuali rispetto all’ultimo trimestre, rimanere ampiamente il primo operatore con il 45,4%, seguita da Fastweb e WindTre, con il 15%. Si registra poi un aumento complessivo di 0,9 milioni, dovuta principalmente all’andamento delle sim m2m, cresciute di 2,3 milioni di unità, mentre le sim tradizionali (voce + dati) si riducono di 2,3 milioni. Prosegue in misura consistente la crescita della banda larga mobile: nel corso del primo trimestre dell’anno le sim che hanno effettuato traffico dati ammontano a 52,7 milioni (+5,2% su base annua), con un consumo medio unitario di dati stimabile in 2,2 GB/mese (+40,8%) nel primo trimestre 2017.
Nel quinquennio 2013 – 2017, le sim che hanno svolto traffico dati sono passate dal 31,9% al 53,9%. Prosegue infine inesorabile l’arretramento degli sms inviati (5,4 miliardi nel primo trimestre dell’anno) che si riducono del 17% su base annua e di oltre il 76% rispetto al 2013.