Non si erano ancora manco spenti gli ultimi focolai dell’immenso rogo che ha devastato la splendida pineta di Chiaramonte Gulfi che già Legambiente tuonava contro “il gravissimo e colpevole ritardo della regione nell’organizzazione” degli interventi, chiedendo persino “che i vertici della Regione si dimettano”.
L’associazione ambientalista sottolinea che “mentre gli incendi continuano a devastare il territorio siciliano, a distruggere boschi, aree naturali protette e a minacciare sempre di più centri abitati ed attività economiche come nel caso della pineta di Chiaramonte Gulfi, da decenni gli assetti organizzativi e logistici in atto nonché le attività di vigilanza e controllo del territorio mostrano tutti i propri limiti e non appaiono adeguati a prevenire e reprimere questo fenomeno che sta assumendo ormai connotati sempre più gravi, con danni incalcolabili per le comunità ed il territorio a fronte di un’ingente spesa che sostiene la Regione per il settore forestale e antincendio”.
Dopo aver ammesso che tra le diverse cause che concorrono a tali eventi doloso rientra tra le prime, Legambiente osserva che “appare evidente che non vi sia una efficace attività di prevenzione e repressione così come non esistono meccanismi davvero penalizzanti a dimostrare che l’incendio è un danno e non conviene a nessuno. Se è vero che nel breve periodo alla distruzione di un bosco non segue l’aumento delle giornate lavorative è invece altrettanto vero che all’aumentare degli incendi le stesse non diminuiscono. La spesa forestale mantiene lo stesso livello anche se i boschi continuano ad essere distrutti”. Tant’è che l’associazione ambientalista ricorda che “già l’anno scorso propose al Presidente della Regione, all’Assessore all’Economia, all’Assessore all’Agricoltura ed al competente Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale di adottare subito una determinazione affinché in ogni distretto forestale, già nel corso della stagione antincendio, si andasse alla riduzione della spesa per il settore forestale in genere, ed anche delle giornate lavorative, in ragione della percentuale di boschi percorsi dal fuoco rispetto alla superficie forestale complessiva. Come al solito non c’è stata alcuna risposta”.
Quest’anno poi, sempre secondo Legambiente “c’è di più rispetto agli anni scorsi, la Regione non ha fatto assolutamente nulla e ha cominciato ad organizzarsi, con gravissimo e colpevole ritardo, solo il 15 giugno, quando sono già scoppiati decine e decine di incendi con danni gravissimi. Non vi è, come ha detto qualcuno, solo una "calamità istituzionale", questo Governo regionale contribuisce in modo significativo a queste calamità naturali, ne é complice e responsabile in prima persona. Non si possono lasciare da soli e senza mezzi i forestali. Il presidente della Regione e l’assessore competente dovrebbero fare l’unica cosa possibile: dimettersi”. Sulla triste vicenda degli enormi danni subiti dall’area forestale del comune montano ibleo intervento anche dell’associazione Partecipiamo i cui volontari “hanno scandagliato le varie zone rimaste integre dal devastante incendio, tutte le zone delle cave naturalistiche, dove negli anni scorsi prima dell’estate venivano ripuliti i viali parafuoco e i bordi delle trazzere limitrofe ai viali parafuoco che portano alle varie masserie”.
Gli esponenti dell’associazione constatano che “siamo a luglio e quest’anno, nelle stesse zone, tra le altre, cava misericordia, cava volpe, cava paradiso, non è stato effettuato alcun intervento di prevenzione”. Partecipiamo ha anche “notato casi sospetti che sono stati segnalati alle autorità competenti per il pericolo che i piromani tornino a ‘completare’ l’opera distruttrice. Vi sono dei criminali in libertà che, spessissimo, la fanno franca”: Pertanto “è necessario che vengano realizzati in tempi immediati i viali parafuoco e ripulite le trazzere. E’ indispensabile presidiare, costantemente, tutte le zone boschive e le cave naturalistiche ed è un compito dei cittadini ma anche delle pattuglie delle forze dell’ordine, preferibilmente con auto civette farlo” A tal proposito Giovanni Iacono, capogruppo di Partecipiamo al Comune di Ragusa ed ex consigliere provinciale, dichiara "purtroppo tra le tantissimi scelte scellerate che i governi hanno compiuto nel campo ambientale una ha riguardato, a livello nazionale, la soppressione del Corpo Forestale dello Stato.
Ieri, nei sopralluoghi nelle zone boschive, a me care, ho potuto constatare l’uso di uno speciale elicottero che era in dotazione al CFS che andava avanti e indietro dalle zone dove c’erano ancora incendi e la diga di S.Rosalia caricando in un tempo straordinariamente breve 8.000 litri di acqua che provvedeva a scaricare interamente con grandissima efficacia. Il tempo di andata, caricamento, ritorno, scarico e ripartenza era di 7-8 minuti. E così per ore ed ore. Lavoro eccellente dei forestali, delle forze dell’ordine, dei volontari ma adesso dobbiamo pensare a salvare il salvabile e quindi chiediamo, con forza, anche l’impiego per la vigilanza di tutte le forze dell’Ordine ma, in modo particolare, della Polizia Provinciale che ritengo molto indicata per questo tipo di vigilanza. I compiti della Polizia provinciale non possono limitarsi alle strade provinciali ma possono, in casi così straordinari, estendersi a tutte queste zone naturalistiche il cui territorio ricade nei Comuni che compongono proprio il ‘Libero consorzio dei Comuni’ nonchè ex provincia regionale. Noi, da cittadini, faremo la nostra parte”.
Rimane infine da citare il coinvolgimento nelle operazioni di spegnimento del fuoco dell’ Ufficio e del Gruppo comunale di Protezione Civile di Ragusa, allertato dal Dipartimento regionale della Protezione Civile. Il gruppo comunale ragusano di Protezione Civile è rimasto costantemente impegnato a partire da venerdì 30 giugno fino a domenica, mettendo a disposizione i propri mezzi a supporto delle attività svolte dai vigili del fuoco e dal corpo forestale, ricevendo i complimenti ed i ringraziamenti del sindaco Federico Piccitto “per il grande dispendio di energie impiegate nelle operazioni di sostegno, coordinate dalla Prefettura di Ragusa, per fronteggiare un evento grave e drammatico che ha coinvolto il territorio ibleo, distruggendo un patrimonio naturalistico di grande rilevanza, anche economica”. (da.di.)