Evitare o ridurre al minimo il consumo di liquirizia durante la gravidanza perché potrebbe avere effetti nocivi a lungo termine sullo sviluppo del feto, portando a eventuali problemi di memoria, a performance cognitive peggiori che possono penalizzare di sette punti in termini di quoziente intellettivo.
E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Helsinki, pubblicato su American Journal of Epidemiology. Gli studiosi hanno preso in esame 378 ragazzi, di un’età media di 13 anni, le cui mamme avevano consumato grandi quantità di liquirizia in gravidanza (oltre 500 grammi di glicirrizzina a settimana) oppure poca (meno di 249 grammi) o niente. I giovani che erano stati esposti a grandi quantità di liquirizia nel grembo materno eseguivano meno bene test cognitivi e di ragionamento effettuati da uno psicologo, con uno ‘scarto’ pari a sette punti di quoziente intellettivo.
Effettuavano meno bene anche esperimenti tesi a misurare la capacità di memoria e secondo le stime dei genitori avevano più problemi relativi al disturbo da deficit di attenzione e iperattività rispetto agli altri. Nelle ragazze, infine, la pubertà iniziava prima. I ricercatori evidenziano che la glicirrizina intensifica l’effetto dell’ormone dello stress cortisolo, inibendo l’enzima che lo inattiva. Sebbene il cortisolo sia importante per lo sviluppo del feto, è dannoso in grandi quantità. I bambini esaminati nello studio sono nati nel 1998 a Helsinki, in Finlandia e sono stati esaminati nel corso 2009-2011.
I ricercatori hanno notato che in quelli esposti ad un maggiore consumo di liquirizia durante la gestazione il quoziente intellettivo era più basso rispetto a quelli nati da madri che ne avevano consumato di meno.