Garganornis ballmanni è il nome scientifico dell’oca gigante vissuta 5,5 milioni di anni fa in alcune zone del nord e centro Italia. Era alta un metro e mezzo, pesava oltre 20 chilogrammi e non riusciva a volare.
La sua esistenza è stata avvalorata da alcuni paleontologi dopo il ritrovamento dei resti fossili (ossa di zampe e ali) trovati ad Apricena, nel Gargano, e recentemente anche a Scontrone, in Abruzzo. Queste terre nel Miocene formavano un arcipelago di isole ed erano popolate da animali sorprendenti, come barbagianni alti un metro e ricci di terra grandi quanto cani di media taglia. Il suo aspetto è stato ricostruito per la prima volta sulla rivista Royal Open Science. Secondo i ricercatori l’oca gigante era probabilmente un animale terrestre, perché le falangi delle zampe erano corte e tozze, dunque più adatte a camminare che a nuotare.
Le ali erano troppo corte per spiccare il volo, ma dotate di un callo osseo sul carpometacarpo (l’equivalente delle ossa della mano nell’uomo) che poteva essere usato come arma nei combattimenti per il controllo del territorio. Libera da predatori, l’oca gigante potrebbe essersi estinta dopo poche centinaia di migliaia di anni, a causa dell’innalzamento del livello del mare che avrebbe portato alla scomparsa delle isole. (Fonte e foto Royal Open Science)