Alcuni neuroni presenti nella parte anteriore della corteccia cerebrale ci consentono di bloccare gli istinti, come quello sessuale, che nascono nella struttura più primitiva del cervello ovvero nel tronco encefalico.
Grazie a questi neuroni la persona riesce a frenare alcune reazione come ad esempio l’istinto di picchiare qualcuno durante una lite o riuscire a parlare davanti a una platea nonostante l’ansia di farlo. Lo studio, che potrà gettare nuova luce sull’origine di molti disturbi neurologici come depressione e schizofrenia, è stato pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience dai ricercatori del Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) di Monterotondo, alle porte di Roma. La ricerca è stata avviata esaminando l’attività cerebrale di topi vittime di bullismo ed è frutto di una collaborazione avuta con l’analogo laboratorio del Medical Research Council in Gran Bretagna.
Dopo aver subito diverse ‘sconfitte’ nel confronto diretto con i loro simili, questi animali hanno mostrato un indebolimento delle connessioni nervose che collegano la corteccia prefrontale con il tronco encefalico, posto alla base dell’encefalo: il conseguente calo dell’inibizione degli impulsi (in questo caso legati alla paura) ha reso i topi più ansiosi e timorosi. Gli stessi comportamenti anomali sono stati ottenuti anche in topi normali attraverso la somministrazione di farmaci in grado di bloccare le connessioni tra corteccia prefrontale e tronco encefalico.
Lo studio della loro struttura anatomica nel topo (probabilmente molto simile a quella presente anche nell’uomo) ha poi permesso di capire che queste terminazioni nervose non raggiungono l’ipotalamo, il centro cerebrale che controlla le emozioni: per questo i ‘freni inibitori’ riescono a controllare le nostre azioni, ad esempio non facendoci scappare dal palco da cui dobbiamo parlare, ma non possono evitare di farci percepire le farfalle nello stomaco.