Piccoli picchi di carbonio e rame per trasformare l’anidride carbonica in etanolo. Il tutto è possibile grazie ad un processo elettrochimico sviluppato da alcuni ricercatori dell’Oak Ridge National laboratori. Ora Yang Song, Rui Peng, Dale Hensley, Peter Bonnesen, Liangbo Liang, Zili Wu, Harry Meyer III, Miaofang Chi, Cheng Ma, Bobby Sumpter e Adam Rondinone spiegano come hanno fatto nello studio “High-Selectivity Electrochemical Conversion of CO2 to Ethanol using a Copper Nanoparticle/N-Doped Graphene Electrode”, pubblicato di recente su ChemistrySelect e Rondinone.
Il leader del team spiega che la scoperta è avvenuta per caso e in particolare mentre cercavano di realizzare una nuova tecnologia per trasformare i rifiuti in carburante. I ricercatori hanno utilizzato un catalizzatore in carbonio, rame e azoto e tensione applicata per innescare una complicata reazione chimica che inverte sostanzialmente il processo di combustione. Con l’aiuto del catalizzatore basato su una nanotecnologia che contiene più siti di reazione, la soluzione di anidride carbonica disciolta in acqua viene trasformata in etanolo con una resa del 63%. Si tratta di una reazione elettrochimica che si traduce in una miscela di vari prodotti diversi in piccole quantità. Dalla ricerca emerge che la superficie strutturata appuntita dei catalizzatori fornisce ampi siti reattivi per facilitare la conversione dell’anidride carbonica in etanolo, in pratica avviene come per i parafulmini da 50 nanometri che concentrano la reattività elettrochimica sulla punta del picco.