L’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa in pieno occhio del ciclone. E per motivi diversi. A metterla sotto mira peraltro sono parlamentari sia nazionali che regionali. Il fuoco era stato aperto nei giorni scorsi da Orazio Ragusa, consigliere regionale Udc, che ha presentato una interrogazione all’assessore regionale alla salute, Baldo Gucciardi, sulla mancata attivazione del modello neuromotorio cognitivo riabilitativo in seno al presidio ospedaliero Busacca di Scicli. Questo il commento di Ragusa “non capiamo. E, per questo motivo, vogliamo vederci chiaro. Non è possibile che da oltre un anno e mezzo si continui con questo tormentato iter la cui fase conclusiva avrebbe dovuto riqualificare l’attività dell’ospedale Busacca mentre, ancora oggi, assistiamo a un palleggiamento di responsabilità che, oltre a creare imbarazzo, ci fa sinceramente pensare che dopo tutti i passi in avanti compiuti non ci sia la reale volontà di tagliare questo traguardo”.
E prosegue “risultano incomprensibili le ragioni per cui, ad oggi il modello neuromotorio cognitivo riabilitativo al Busacca non è stato reso operativo. E tutto ciò nonostante siano state realizzate diverse riunioni tra i vertici dell’Asp di Ragusa e dell’Irccs Bonino Pulejo di Messina. Nel corso degli incontri erano state superate tutte le problematiche di carattere operativo, fornendo una indicazione di massima su quelle che avrebbero dovuto essere le tappe procedurali necessarie per l’attivazione, dal percorso di formazione del personale specialistico dell’azienda sanitaria provinciale all’intervento al padiglione N del Busacca, che dovrebbe ospitare il nuovo servizio specialistico, rimodellando gli spazi. Sembrava che si potesse procedere a una rapida risoluzione della vicenda. E invece, tutto sembra essersi impantanato alla Regione dove, nonostante siano state garantite le relative autorizzazioni, non si riesce, formalmente, a procedere in via ulteriore, circostanza che, di fatto, ha determinato la paralisi della procedura. E’ incredibile che, dal momento in cui è stata stretta l’intesa Asp-Irccs e il periodo attuale, siano trascorsi così tanti mesi”. Invece la senatrice del Pd Venerina Padua punta la lente di ingrandimento sulle consulenze esterne attribuite dalla direzione generale dell’Asp 7 di Ragusa, presentando come prima firmataria, insieme al altri undici senatori del partito democratico, una interrogazione a risposta scritta al ministro della salute Beatrice Lorenzin.
Nell’atto ispettivo è evidenziato che l’azienda sanitaria provinciale di Ragusa, ente tra i più piccoli della Regione, nel corso dell’anno 2015 si è avvalsa del contributo di 337 consulenti mentre nel medesimo anno l’azienda sanitaria di Palermo, nonostante si rivolga ad un bacino di utenti ben maggiore di quello dell’ente che opera nel territorio ibleo, ne ha coinvolti solamente 5. L’interrogazione dei senatori dem investa anche “la verifica dell’opportunità di tale scelta, in termini costi-benefici, compiuta dall’amministrazione sanitaria ragusana”. Infine si sottolinea come “le sezioni unite per la Regione Sicilia della Corte dei Conti specificano che, su un totale di 18 enti del Servizio sanitario regionale, 5 di essi hanno chiuso “con una perdita rispetto al risultato negoziato, che contemplava per tutti il raggiungimento del pareggio di bilancio”. Tra questi l’Asp di Ragusa è l’azienda che fa registrare una tra le peggiori performances”. Da parte sua l’Asp ragusana, controbattendo a notizie di stampa, dati alla mano, aveva affermato che “il temuto esercito di consulenti che avrebbero invaso l’Azienda sia del tutto insussistente, facendosi riferimento, piuttosto, a dati aggregati di carattere contabile, dal significato del tutto differente” e che “rispetto alle difficoltà finanziarie della nostra azienda, non è chiaro quale sia la fonte di tale informazione in quanto essa chiude da sempre i bialnci in equilibrio, eccezion fatta per il 2012, ma per motivi di carattere straordinario e non per motivi strutturali e che comunque le Asp, a differenza delle Azienda Ospedaliere, sono finanziate a quota capitaria e quindi non esiste nesso diretto con il valore della produzione”.