“Ancora un’altra estate arriverà” direbbero J-Ax e Fedez e ancora Randello viene aggredita e violentata dalle mire dei privati. A voce unanime il Comitato Randello libera, FareVerde Vittoria e Legambiente Ragusa hanno denunciato l’ennesimo intervento invasivo nel confronti della zona che, lo ricordiamo, rientra nei Siti di Interesse Comunitario (SIC) europei, e quindi, come tale , è un’area dove “non è possibile utilizzare cemento, nè costruire strade che possano alterare il delicato equilibrio del SIC, nè tanto meno farlo di propria sponte”. Ed invece accade che “un privato effettui lavori di spianamento delle sabbie e della vegetazione, nonchè la movimentazione con mezzi ed operai, di tonnellate di materiali esterni, quali pietrisco bianco e brecciolino, atti a creare una nuova via di accesso, senza che nessuno intervenga, che possa in un giorno alterare lo stato dei luoghi, smontare di sua sponte un cancello di proprietà della Forestale, riposizionandolo ancorato su basi di cemento nella strada nuova, appena creata, senza che la forestale si accorga di nulla”.
Pertanto le associazioni ambientaliste si chiedono “se sono stati autorizzati questi interventi impattanti e da chi? Può un privato decidere autonomamente di stravolgere le modalità di accesso ad un’area protetta, cambiando la viabilità e condizionando e mettendo a serio rischio la pubblica fruibilità ad uno dei siti più pregiati del nostro territorio, senza che nessuna autorità batta ciglio?”. Solo dopo tre giorni di solleciti, afferma FareVerde Vittoria, “è intervenuta la Polizia Municipale di Ragusa, accertando la non conformità dei lavori eseguiti con quanto autorizzato”. E a tal proposito la stessa associazione ha inviato una lettera aperta al dirigente responsabile dell’Ust (Forestale) di Ragusa, chiedendo se fosse al corrente che “erano iniziati, ad opera di un privato, lavori rilevanti ed impattanti, con operai e mezzi intenti a recintare l’area di accesso al sito e nel contempo a movimentare grosse porzioni di terreno, spianamento della vegetazione e il riporto, con mezzi pesanti, di materiali estranei alle caratteristiche naturali degli elementi che costituiscono l’habitat in oggetto?
E’ a conoscenza che con quei materiali è stata creata una nuova strada che riporta alla scogliera, parallela ai margini dell’area di progetto "Leopoldia" ed è stata rimodellata la vecchia strada che ora sembrerebbe ad uso esclusivo dello stesso privato? Lei è a conoscenza che addirittura il cancello posto dal vostro Dipartimento a chiusura del percorso “Leopoldia” è stato sradicato dal suo posto, e riposizionato, dopo aver effettuato profondi scavi con mezzi meccanici, immergendo in un bagno di cemento i pilastri su cui appoggia, irrorando di bel cemento l’area SIC?”. Da parte sua invece il comitato Randello libera parla di “annacamento lento” per mettere in atto tutti i tentativi possibili per far cadere nel dimenticatoio gli sconci inverecondi commessi sulla scogliera di Randello, affinchè gli stessi producano il minor danno possibile ai responsabile di lavori in cui si configurano concrete ipotesi di reato. Interventi commessi spudoratamente un area di massima tutela in cui vige il divieto assoluto di edificabilità, ricadenti in un sito di interesse comunitario”.
E il comitato spontaneo che da alcuni anni si occupa della difesa del sito comunitario abbandonato invece dalle istituzioni, lamenta che “abbiamo avuto risposte verbali interlocutorie e poco chiare dagli Amministratori Comunali a cui abbiamo chiesto conto dei fatti. Nessun atto ufficiale abbiamo potuto visionare. Ci sembra che ancora una volta la grande maestria degli specialisti dell’”annacamento amministrativo” sia di nuovo all’opera. Minimizzare l’accaduto, nella speranza che tutto sfumi, evitando rogne e gogne è la strategia in uso” (da.di.)