Un’analisi lucida e interessante, un altro modo di vedere – anzi, di leggere – il capolavoro del teatro dell’assurdo di Samuel Beckett. Quel Godot tanto atteso e mai arrivato nell’opera originale, con Massimo Tuccitto è giunto a destinazione. Anche se, a quanto pare, in realtà non è mai andato via. Curiosi di capire chi è Godot? Lo sono stati tutti al cineteatro Aurora a Belvedere, che ha registrato il sold out e dimostrato di apprezzare un’operazione complessa. Quella di Tuccitto certo, e di chi ha scommesso con lui: l’associazione Morphosìs, il docente di Letteratura all’Università di Salerno ed esperto di Informatica Umanistica Gian Paolo Renello che ha presentato lo spettacolo e gli attori protagonisti di "è arrivato Godot": un ottimo Corrado Drago e la sorpresa Courage Odafeh, per nulla preoccupata per l’esordio assoluto nei panni di attrice.
“Un lavoro di riscrittura del testo beckettiano Waiting for Godot – le parole di Tuccitto – Un progetto teatrale innovativo, frutto di mesi di lavoro e anni di riflessione sul concetto dell’attesa e sulla centralità di se stessi nel proprio percorso di vita. Godot è un viaggio, un canale youtube, una compressa effervescente, un orologio da polso, una cravatta, un giullare, un amico, una professione, una moglie,o un marito, un sacco, una pianta, il cielo e la terra, i respiri degli esseri umani uniti, il mare, il sole e la luna, Godot è tutto. Tutto insieme. Se si naviga nel mondo dell’amore”. E il successo ottenuto lo scorso venerdì sera ha convinto gli organizzatori a programmare altre repliche: una domenica scorsa al palazzo Beneventano a Lentini e sono state pianificate altre date in giro per l’Italia, che saranno rese note a breve.
“Abbiamo investito tanto sul progetto Godot – commenta Mario Lentini, presidente di Morphósis – Cerchiamo sempre di valorizzare, nel nostro piccolo, settori e prodotti che purtroppo troppo spesso rimangono fuori dal normale circuito della cultura. Indubbiamente “E’ arrivato Godot” è un progetto ambizioso, un lavoro su diversi piani, artistico e organizzativo al contempo, profondo e allucinatorio, surreale eppure in fondo dotato di una concretezza che solo le grandi intuizioni riescono a tradire tra un gesto ed una parola non detta. Abbiamo lavorato tanto, il team ha collaborato attivamente con il regista Tuccitto e gli attori, si è riusciti a raggiungere una felice sintesi tra il prodotto culturale e quello prettamente logistico. Il testo beckettiano è stato studiato, indagato nelle sue diverse traduzioni linguistiche, reso asciutto e appagante da Gian Paolo Renello, professore dell’Università di Salerno che è riuscito a trovare un’intesa con la riscrittura del regista, in grado di produrre un concentrato artistico non scevro da allusioni e citazioni tra le righe al grande scrittore inglese. Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto; vedere il teatro pieno, è senza dubbio il miglior premio e il maggior vanto, dopo l’impegno che una dozzina di persone hanno profuso con serietà, perseveranza e amore per la cultura. Una volta arrivato, Godot non si ferma più: abbiamo pianificato diverse date in giro per la Sicilia per portare in scena il prodotto che ci ha visti impegnati in prima linea per un semestre”.