Tre milioni di italiani soffrono di disturbi alimentari. Lo rivaleno alcuni dati del Ministero della Salute dopo un’indagine condotta su un campione di uomini e donne compresa tra i 18 e i 65 anni. Secondo i dati a soffrire di questi disturbi alimentari sono circa il 15% degli italini e di questi l’11% sono uomini e il restante 3,9% sono donne. Chi soffre di questo disturbo sviluppa una vera e propria mania verso cibi considerati erroneamente pericolosi e tale ossessione si trasforma in una dieta restrittiva chee porta in alcuni casi anche all’isolamento sociale. È come se il cibo sano diventasse una missione morale, il resto passa in secondo piano. "Si tratta di rigidità che sottolineano un disagio interiore – spiegano gli esperti–, in questi casi occorre agire sia sulla psiche che attraverso una consulenza dietologica. Bisogna infatti correggere le sindromi carenziali che possono insorgere nelle persone che sviluppano l’ortoressia, problemi quali deficit vitaminici (ferro calcio vitamina D vitamina B12) e integratori”. Quando invece la paura per la chimica in cucina diventa ricorrente, scatta un meccanismo irrazionale, che spinge a comprare il latte senza lattosio, il pane senza glutine, fino a scartare molti dei prodotti base per paura degli ogm, gli organismi geneticamente modificati. Tra le principali città italiane dove questa patologia rischia di diffondersi a macchia d’olio, al primo posto si colloca Milano (33%), al secondo Roma (27%), a seguire Torino (21%). Ma quali disagi determinano le ortoressie e la paura delle allergie alimentari? La persona, precisano gli esperti, mantiene il peso forma, per questo non viene avvertito il problema, ma dal punto di vista psicologico la sofferenza si fa strada, al punto che chi ne è colpito rinuncia a una vita di relazione e dedica ore ogni giorno alla ricerca del cibo ideale.