Il 9 febbraio si celebra il "Safer Internet Day", giornata mondiale per la sicurezza in Rete e in questa occasione la psicoterapeuta Margherita Spagnuolo Lobb, spiega quali sono i comportamenti di un ragazzo che sia o stia per diventare un bullo e che devono far suonare un campanello d’allarme per i genitori. Secondo la psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, bisogna chiedersi prima di tutto perché un ragazzo dovrebbe diventare un cyber bullo. E il motivo è che il dominio sull’altro, è un surrogato della stima di sé. Il bullo o la bulla costruiscono un senso di potere personale sulle spalle della debolezza provocata negli altri. Chi si comporta da bullo, insomma, non è una persona forte e sicura di sé ma esprime insicurezza. E, come le proprie vittime, ha bisogno di aiuto, e non di essere condannato senza appello e isolato.
Ecco allora, in sintesi, quali sono i 10 comportamenti, che devono far suonare un campanello d’allarme per i genitori:
1. È spesso nervoso e impulsivo, o al contrario si chiude in lunghi silenzi.
2. È aggressivo e incapace di esprimere in modo costruttivo i propri stati d’animo. Un ragazzo che passa molte ore da solo, o che è sempre davanti al computer, o che fa battutine sarcastiche sulla purezza delle ragazze o sull’affidabilità degli adulti, o ancora che reagisce ai rimproveri sbattendo le porte e dicendo parolacce. La prima cosa che un genitore deve fare è stare vicino al figlio e osservare i suoi modi di essere, cercando di capirlo empaticamente.
3. In famiglia ci sono storie di abusi, anche solo verbali. Gli abusanti, tra cui i bulli, sono stati umiliati, non sono stati aiutati a crescere orgogliosi delle proprie forze. Sono ragazzi che hanno subito umiliazioni e vessazioni dai genitori o dagli educatori.
4. Frequenta cattive compagnie. I ragazzi hanno bisogno di confrontarsi con i pari, è essenziale per la loro crescita, ma il genitore deve controllare che compagnie frequenta non per soffocarlo ma per garantirgli il più possibile un ambiente sicuro.
5. Cerca disperatamente di essere membro di un gruppo. A volte un ragazzo o una ragazza possono diventare bulli «non perché non hanno ricevuto rispetto e amore dagli adulti, ma perché si lasciano influenzare dal gruppo.
6. Prova imbarazzo davanti a gesti d’affetto. I bulli, «spesso si mostrano imbarazzati davanti a gesti d’amore e d’affetto dei genitori: non reggono l’emozione di essere amati, e devono fuggirla come un paradiso perduto».
7. Sta sveglio fino a tardi per usare pc e smartphone. Oggi non si può dare fiducia alla Rete, e quindi non si ci si può fidare dell’uso che un minore ne fa. Non è questione di non dare fiducia al figlio, ma di garantirgli un ambiente pulito e rispettoso dei suoi sentimenti».
8. Passa troppo tempo in chat o sui social. Un genitore non dovrebbe mai lasciare il figlio molto tempo da solo in chat: le chat e i social educano i ragazzi ad un potere manipolativo, a un potere virtuale e impersonale che non passa più dalla relazione umana e dalla negoziazione dei sentimenti. E quindi diventa un ambiente ideale per i bulli.
9. Non rispetta le regole. Il bullismo spesso è figlio di un’educazione carente sul piano del rispetto delle regole.
10. Il suo rendimento scolastico è scarso. Gli atteggiamenti di bullismo, spesso, si accompagnano a scarso rendimento e insuccesso scolastico, fino ad arrivare all’abbandono degli studi. «Ciò – spiega Margherita Spagnuolo Lobb – accade in particolar modo per i “bulli gregari”, cioè quelli che agiscono sotto istigazione del gruppo, e che con i loro atti di bullismo ottengono già tutto ciò che desiderano: accettazione da parte del gruppo, notorietà, visibilità, stima. E quindi non hanno più bisogno di impegnarsi nello studio per ottenere dalla società la stessa gratificazione che possono avere in modo più semplice e rapido».