Uno ordine del giorno ed una mozione presentati all’assemblea regionale siciliana per dire no all’ingresso nel nostro territorio di olio di oliva dalla Tunisia o da altri Paesi. Così i due parlamentari regionali della provincia iblea Orazio Ragusa (Udc) e Nello Dipasquale (Pd), intendono impegnare il governo regionale “a seguire attentamente l’iter europeo per evitare in tutti i modi, attraverso i canali politici, questo grave rischio di invasione di olio proveniente dalla Tunisia che lederebbe fortemente gli interessi dei nostri produttori”. L’alzata di scudi è conseguente alla notizia che il ministro Mogherini ha “proposto l’incremento della quota di olio esente da dazio doganale importata dalla Tunisia per circa 70mila tonnellate di olio in un biennio”. La proposta viene definita da Ragusa e Dipasquale “un vero e proprio scandalo” in quanto “gli effetti sull’olivicoltura italiana sarebbero non solo disastrosi dal punto di vista economico, per la concorrenza sul mercato di un prodotto ad un prezzo inferiore e di qualità non controllata, ma il rischio è anche quello di perdere le produzioni siciliane con eccellenti caratteristiche chimico, fisiche ed organolettiche, per far spazio a produzioni prive di controlli e senza garanzie” proprio nel momento in cui, dicono Orazio Ragusa e Nello Dipasquale “il nostro olio è in attesa del riconoscimento Igp da parte dell’Unione Europea mentre è già stata pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo del decreto con cui viene accordata la protezione a titolo transitorio a livello nazionale al nostro olio”. I due deputarti iblei sottolineano infine come “il paesaggio agrario siciliano è caratterizzato da un’olivicoltura di tipo tradizionale e secolare, con piante che hanno più di un secolo. Questa straordinaria coltivazione è una ricchezza per il territorio, per le molteplici funzioni cui adempie: caratterizza l’ambiente, svolge un’azione di protezione del paesaggio, contribuisce alla diffusione di una dieta sana e soprattutto sostiene il reddito delle numerose e piccole aziende agricole. L’agricoltura senza la produzione dell’olio è più povera”. (da.di.)