Un nuovo studio contro l’eccessivo consumo di carne (specialmente se bruciata) e la sua pericolosità nel favorire la formazione di tumori. E’ quello portatto avanti da alcuni scienziati dell’Università del Texas MD Anderson Center. Lo studio condotto su 699 pazienti con diagnosi di carcinoma a cellule renali, ovvero la forma più comune, ha analizzato il ruolo svolto dall’alimentazione e dai fattori genetici, e ha messo a confronto i dati riscontrati in altre 699 persone sane. Confrontando le diete di queste persone si è visto che chi consumava molta carne cotta aveva rischi maggiori di chi invece non aveva questa abitudine alimentare. Il calore proveniente dalla cottura scatenerebbe, secondo i ricercatori, una reazione chimica che porterebbe alla produzione di ammine eterocicliche che si trovano nella carne cotta ad elevate temperature.
Oltre all’eccessivo consumo di carne, a provocare il tumore del rene possono essere il fumo, l’obesità, l’esposizione a taluni metalli oltre, ovviamente, al già citato stile di vita scorretto. Il tumore ai reni non è neppure così raro: se prendiamo come esempio l’Italia, quest’anno se ne sono registrati 12.600 nuovi casi. Gli scienziati, inoltre, hanno scoperto che le persone con determinati geni sono piu’ sensibili agli effetti dannosi delle ammine eterocicliche. La ricerca ha fatto finire sul banco degli imputati il 2-ammino-1-metil-6-fenil-imidazo (4,5-b), piridina (PhIP) e l’ammino-3,8-dimethylimidazo (4,5-f), quinoxaline (MeIQx). I ricercatori hanno identificato un 54% di aumento del rischio di cancro al rene associato con l’assunzione di PhIP e un quasi raddoppio associato con l’assunzione di MeIQx.