Un semplice test del sangue per diagnosticare la celiachia. E’ la novità introdotta dall’aggiornamento delle linee guida del Ministero della Salute presentato al IV Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC). In Italia i bambini potranno evitare cos’ la diagnostica con l’endoscopia, un esame invasivo che interessa circa 50 mila bambini. Si tratta di un’innovazione rilevante a fronte di una patologia in costante crescita, come ha sottolineato lo stesso ministro Beatrice Lorenzin che servirà a tutelare i piccoli pazienti annunciando anche un tavolo ad hoc che dovrà individuare le soluzioni migliori a sostegno dei celiaci. Secondo le nuove linee guida, dunque, nei bambini con livelli di anticorpi specifici di 10 volte superiori i valori normali, non è più necessario fare l’endoscopia, che resta invece imprescindibile per la diagnosi nell’adulto. Attualmente la celiachia viene diagnosticata in prima battuta attraverso i test degli anticorpi ma, in maniera certa e definitiva, solo attraverso l’endoscopia, esame invasivo e molto fastidioso con cui si preleva un pezzettino di tessuto intestinale in modo da valutarne i danni: se i villi intestinali sono atrofici è praticamente certa la diagnosi di celiachia”. La novità per la diagnosi nei bambini è stata recepita dalle linee guida della European Society of Pediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition (ESPGHAN). Le linee guida sottolineano con forza anche l’importanza di un attento follow-up con controlli e scadenze regolari: il primo a un anno dalla diagnosi, e successivamente ogni due anni, salvo complicanze, con particolare riferimento all’età adolescenziale, quando l’aderenza alla dieta senza glutine è spesso ridotta.