150 famiglie per sei mesi senza stipendio, senza che si intravveda una soluzione. Questa la sintesi della denuncia pubblica compiuta dal collettivo dei dipendenti del consorzio di bonifica n° 8 di Ragusa, ed affidata ad una lunga e circostanziata lettera inviata al commissario straordinario del consorzio di bonifica n°8 Ragusa, al suo direttore generale, al presidente della regione, all’assessore regionale dell’ agricoltura e a quello dell’economia, ai presidenti delle commissioni legislative permanenti, ai capigruppo parlamentari dell’A. R. S, ai sindaci iblei, alle organizzazioni professionali agricole al prefetto, ai vescovi di Ragusa e Noto, alla deputazione regionale e nazionale della provincia alle organizzazioni sindacali regionali FAI CISL e FILBI UIL ed agli altri consorzi di bonifica siciliani. Nella lettera i lavoratori chiamano direttamente in causa “la regione che nel tempo ha determinato i presupposti di tante situazioni di criticità nei nostri enti e che ancora oggi non ha consapevolezza di cosa vuol dire fare stare 150 famiglie per sei mesi senza stipendio. Si continua a giocare sull’esasperazione dei dipendenti anteponendo artatamente le istruttorie degli strumenti contabili degli enti, paventando l’alibi del patto di stabilità ed in ultimo proponendo il graduale disimpegno finanziario della stessa (art. 47 della l.r. 9/2015) per ciò che riguarda il contributo per gli stipendi con la conseguenza di caricare i costi del personale sulla proprietà consorziata che sappiamo non potrà mai sostenerli”. A fronte dell’interrogativo su “cosa succede al Consorzio di bonifica di Ragusa” i lavoratori rivendicano “gli sforzi quotidiani del personale dipendente che nonostante il mancato pagamento degli stipendi e la difficoltà di pagare la benzina per raggiungere il proprio posto di lavoro continua a prestare la propria opera con un senso di responsabilità che senza apparire presuntuosi od arroganti non è dato riscontrare in altre amministrazioni, lavorando ogni giorno ed ogni giorno confrontandosi con l’utenza, con la voglia di rendere sempre più efficienti, efficaci ed economici i servizi alle aziende agricole, le vere destinatarie delle attività consortili”. Accenni critici sono rivolti anche alle “iniziative sindacali della Flai Cgil di cui non si ravvedono le ragioni e non si percepiscono le finalità salvo a pensare a campagne demagogico/politiche che nulla hanno a che vedere con il nostro Consorzio” mentre vengono elogiate “alcune rappresentanze sindacali aziendali e segnatamente la Fai Cisl e la Filbi Uil che hanno e stanno tentando ogni strada percorribile per la salvaguardia degli emolumenti e dei livelli occupazionali, ma ci rendiamo conto che ogni sforzo sembra essere inutile”. La lettera dei lavoratori del consorzio ragusano si conclude con “un accorato appello alle autorità in indirizzo per una loro mobilitazione a rimuovere ogni ostacolo demagogico/burocratico che impedisce la normale gestione del Consorzio riconosciuto a tutti i livelli fra i migliori della Sicilia” auspicando al contempo che “si ponga fine a tale campagna di stampa denigratoria e che si prenda atto che dietro le polemiche demagogiche ci sono persone, famiglie cui si deve rispetto”. Infine c’è la richiesta che “si organizzi, nell’immediato, un’assemblea plenaria dei lavoratori e degli stati generali della Provincia di Ragusa per affrontare, con senso di responsabilità, non tanto cosa succede al Consorzio 8 di Ragusa ma “quale futuro per il Consorzio 8 di Ragusa e per i suoi lavoratori”. (da.di.)