E’ lunga, molto lunga, la lista delle constatazioni negative sul piano sanitario presentato dal Direttore generale dell’Asp di Ragusa, Maurizio Aricò, stilata dal consiglio comunale del capoluogo in un ordine del giorno approvato all’unanimità nel corso dell’ultima seduta del consesso. Ordine del giorno peraltro sottoscritto da tutti i capigruppo consiliari e presentato in aula dal presidente del consiglio comunale Giovanni Iacono, mentre il sindaco Federico Piccitto è intervenuto per ringraziare i rappresentanti consiliari per aver condiviso in maniera unanime la battaglia intrapresa con cui si contestano i tagli alla sanità di Ragusa. Nel documento approvato dai 23 consiglieri presenti si ritiene che “l’atto aziendale deve essere rimodulato in conformità alla normativa nazionale, recepita dalla Regione Siciliana e conseguentemente l’Assessorato della salute non può approvare l’atto aziendale ma rinviarlo all’ASP di Ragusa” e si invita “l’Amministrazione Comunale di Ragusa a valutare l’opportunità, adottando tutti gli atti conseguenziali, di esperire ogni azione giuridica tesa ad impugnare gli atti adottati dall’ASP 7 di Ragusa” dando al contempo “mandato al Presidente del Consiglio Comunale di trasmettere lo stesso documento al Presidente della Regione Siciliana, all’Assessore Regionale alla Salute, al Presidente della Commissione Sanità dell’ARS, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Al Ministro della Salute, al Ministro dell’Economia, all’AGENAS”. L’ordine del giorno, prendendo spunto doverosamente da un analogo documento sul “depotenziamento delle strutture ospedaliere iblee” presentato dai consiglieri di Forza Italia Peppe Lo Destro, Maurizio Tumino e Giorgio Mirabella;, e richiamando i contributi di cittadini, soggetti istituzionali, rappresentanti sindacali e associazioni portatrici di interessi collettivi emersi durante la seduta di Consiglio Comunale aperto del 5 ottobre 2015 tenutasi nella piazza ‘Caduti di Nassiria’ adiacente all’Ospedale Civile di Ragusa, contiene una approfondita disanima di quanto viene reputato negativo e forse esiziale per la sanità ragusana. Molteplici le obiezioni mosse all’operato del Direttore Aricò, dall’aver approvato l’atto aziendale non tenendo conto e non citando nell’atto stesso le obiezioni al piano espresse, formalmente, dal massimo consesso cittadino attraverso i capigruppo consiliari, all’aver ignorato del tutto la richiesta di avviare, prima dell’adozione del piano, un percorso condiviso ed ampiamente partecipato, dall’aver adottato un iter in assoluto contrasto con quanto enunciato nel piano aziendale sulla partecipazione dei cittadini alle scelte e sui rapporti con le istituzioni, a non aver considerato per nulla l’attivazione, condivisione e partecipazione della ‘Rete Civica della Salute mentre non emerge nemmeno il modello normativo ‘hub/spoke’. Altri rilievi contenuti nell’ordine del giorno consiliare riguardano aspetti più specificamente sanitari, così come mentre l’atto aziendale sanitario indica l’Ospedale di Ragusa come “ Ospedale di ‘Primo Livello’” i cui dipartimenti e specialità minime sono indicate in maniera chiara, analitica ed inequivocabile, successivamente, contraddicendosi, svuota l’ospedale di primo livello di alcune specialità previste come dotazione minima per attribuirle ai ‘Presidi ospedalieri di base’. Il tutto, stigmatizzano i consiglieri comunali ragusani, “in contrasto con quanto già speso dalla collettività per la costruzione dell’Ospedale di 1° livello ‘Giovanni Paolo II’ di Ragusa per l’importo complessivo di € 47.913.681,51 con gli ulteriori 8.000.000 già stanziati per il completamento e con i 50.000.000 di ulteriore finanziamento per il completamento delle restanti ‘torri”. Altri punti evidenziati attengono lo smantellamento di malattie infettive, di otorinolaringoiatria, le ‘varie’ collocazioni delle strutture di Stroke unit, Chirurgia vascolare, Neurologia, Emodinamica e Diagnostica Vascolare, mentre nulla viene specificato a livello di pianta organica per il Registro Tumori.