5 nanogrammi per litro di sangue di Troponina per escludere la presenza di un infarto miocardico. Questo è quanto riportato in uno studio pubblicato sulla rivista Lancet condotto da un gruppo di ricercatori scozzesi. La troponina è una proteina presente principalmente nei muscoli volontari e nel cuore ed è responsabile del meccanismo alla base della contrazione muscolare.
In seguito ad un danno cardiaco ed indipendentemente dalle cause che l’hanno provocato, la proteina viene rilasciata nel sangue ed i valori aumentano a circa 4-8 ore dall’episodio (a seconda della sensibilità dello strumento può servire più o meno tempo) per raggiungere il picco dopo 1-2 giorni e mantenendosi poi a livelli elevati per circa 10-14 giorni. I ricercatori scozzesi hanno quindi stabilito che i pazienti con un valore inferiore a 5 nanogrammi per litro di sangue di troponina hanno una possibilità estremamente ridotta di avere un infarto. Questa importante ricerca permette di capire già al primo prelievo ematico se una persona sta per essere colpita o meno da un infarto ed evita così di far sostare il paziente per diverse ore all’interno dei pronto soccorsi. Infatti attualmente l’esame prevede 2/3 prelievi in un lasso di tempo che va dalle 12 alle 16 ore dall’insorgenza del dolore toracico o degli altri sintomi associati ad un attacco cardiaco. I ricercatori hanno testato l’esame su 6.304 persone, che si sono presentate negli ospedali scozzesi manifestando i sintomi di un arresto cardiaco. L’esperimento ha fornito risultati incoraggianti.
Gli studiosi ritengono che l’adozione del nuovo esame potrebbe rappresentare un valido strumento contro il sovraffollamento degli ospedali. Inoltre, potrebbe consentire di ridurre il costi del sistema sanitario ed evitare ai cittadini un inutile ricovero ospedaliero.