Dopo anni il jazz ritorna a Ragusa. Non un appuntamento, non un concerto, ma un vero e proprio festival. Quattro concerti al giorno, in tre giorni, in 4 location: Piazza Pola, piazza G. B. Hodierna e piazza Chiaramonte, dalle 19 alle 22, e poi, da mezza notte, le jam session in via dell’Orfanotrofio, a due passi da piazza Pola. Il tutto nello splendido scenario offertoci da Ragusa Ibla. Un evento, una festa, in onore del jazz e degli amanti del jazz. Naturalmente la parte da leoni la faranno i concerti, ma l’Eco Jazz Happening non è solo questo, infatti, sono tante le attività collaterali che arricchiranno la manifestazione. Ricordiamo i workshop, di fotografia e di musica, la mostra alla San Vincenzo Ferreri della Cappello Group, ma anche l’isola della mobilità sostenibile, in piazza G. B. Hodierna (con auto e bici elettriche), le esposizioni delle creazioni di artigiani ed artisti del riuso in piazza Duomo e le tante degustazioni di prodotti a km0. Ma adesso parliamo di musica. Oggi si è svolta, in Comune, l’ultima conferenza stampa di presentazione dell’Eco Jazz Happening, il festival jazz di Ragusa. Un’occasione per scendere nel dettaglio della manifestazione. 24, 25 e 26, sono questi i giorni che tramuteranno Ibla in un villaggio del jazz. Sono tanti gli artisti che si alterneranno sul palco dell’Eco Jazz Happening. Artisti di fama internazionali, nonché le tante promesse siciliane, che negli ultimi tempi si stanno affermando, a buon diritto, nel panorama jazzistico nazionale ed internazionale. Perché l’Eco Jazz Happening è anche questo, una vetrina per i nomi di artisti stranieri affermati, ma anche un palcoscenico per le promesse siciliane. Tra tutti non possiamo non citare il TRIO MED, con Marcotulli, Erskine e Danielsson. Questo il concerto di punta, fortemente voluto dall’organizzazione, che si fregia di poterlo ospitare. Peter Erskine, ai più sconosciuto, ha collaborato, negli anni, solo per fare dei nomi, con personalità del calibro di Bob Mintzer, con Joni Mitchell, Pino Daniele e Pat Metheny, ma anche con la Word of Mouth Big Band di Jaco Pastorius e Kenny Wheeler, con orchestre come la BBC Sympony Orchestra, con la Ensemble Modern London Symphony e la L.A. Philharmonic. Come si suol dire una vera leggenda del jazz vivente, capace di passare dalle sonorità del jazz a quelle del rock, con una naturalezza che è solo dei più grandi. Ma ancora, il 26 luglio, sarà, la volta di Stjepko (Steve) Gut, jugoslavo, classe ’50, un trobettista straripante, così come lo è nella sua vita privata. Un professionista, un artista, un musicista, certo, eccentrico ed eclettico, così come vorrebbe un certo "mito" del jazz. A fargli da contraltare, tra gli altri, Carlo Cattano (curatore del workshop), Nello Toscano, Rino Cirinnà (direttore artistico), Alessandro Presti e Dino Rubino, assidui frequentatori di kermesse jazzistiche quali il Festival Jazz di Malta e l’Umbria Jazz Festival. Dino Rubino, classe ’80, ex enfant prodige, trombettista e pianista, negli ultimi anni si è prepotentemente imposto nel panorama jazzistico internazionale come un punto di riferimento, coglierà l’occasione, dell’Eco Jazz Happening, per presentare la sua ultima fatica: ROAMING HEART, prodotto più genuino della sua esperienza parigina.