Legambiente Ragusa ribadisce il suo no agli alberghi in zona agricola e alla cementificazione spacciata per sviluppo turistico. Durissima e senza mezzi termini la presa di posizione del circolo Il Carrubo dell’associazione ambientalista di Ragusa contro la decisione del consiglio comunale cittadino di “costruire 10 alberghi in zona agricola, in un territorio in cui ve ne sono altrettanti incompleti o abbandonati, facendo un ulteriore regalo a palazzinari e speculatori”. Legambiente ricorda anche che il voto consiliare favorevole all’atto di indirizzo relativo a tali costruzioni va contro la giurisprudenza consolidata che esclude apertamente le costruzioni in zona agricola, citando la sentenza del Consiglio di Stato in cui si afferma che “è illegittimo un Piano di lottizzazione di un insediamento turistico-rurale (e dei conseguenti permessi di costruire), il tutto in piena campagna, nell’ambito di un territorio deputato (almeno sino al rilascio dei permessi di costruire) alla coltura dell’ulivo. Ciò che caratterizza la zona “E” non è tanto la immediata, presente (e futura) destinazione all’uso agricolo, quanto, in negativo, l’esclusione di destinazione ad utilizzazioni edificatorie, quali, in particolare, i “nuovi complessi insediativi”, che trovano la loro localizzazione nell’ambito della “zona C”, ovvero i “nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati”, che trovano la loro collocazione nell’ambito della ”zona F”. Si intende affermare che, se è vero che la “zona E” non caratterizza di per sé aree destinate necessariamente e direttamente all’uso agricolo, e che essa consente anche utilizzazioni edificatorie (come peraltro testimonia la previsione di un sia pur minimo indice di densità fondiaria), ciò che comunque non può ritenersi possibile in zona E è la utilizzazione delle aree della stessa in modo tale da “invadere” quello che è il contenuto tipizzante di altre destinazione di zona”. L’associazione ambientalista intende poi sfatare l’assioma “più posti letto più sviluppo turistico” e porta l’esempio della Francia che ha solo il 6% di posti letto in più dell’Italia ma ben l’80% in più di turisti. “In ogni caso – prosegue Legambiente – occorre smetterla con questo continuo consumo di suolo agricolo. Il suolo agricolo è prezioso. Non si può fare l’agricoltura di qualità, di cui tutti si riempiono la bocca, se si degrada continuamente il suolo. Cementificazione è uguale a desertificazione. Dov’è finito lo stop al consumo di suolo? Evidentemente era solo uno slogan”, ed invita a cercare altre direzioni, per esempio utilizzando appieno la legge regionale sull’albergo diffuso, paradossalmente promossa e fatta approvare dal M5S, che tanti successi sta riscuotendo per esempio a Scicli. Il circolo Il Carrubo conclude affermando che “ci opporremo con tutti i mezzi possibili a questa follia, in linea con coloro i quali, in modo lungimirante e coerente, stanno cercando di fare approvare in parlamento una legge sul consumo di suolo che metta fine una volta per tutte alla cementificazione del Belpaese”. (da.di.) (Foto web)