La decisione adottata dall’assessore allo sviluppo economico di trasferire il mercatino rionale da piazza Solferino, alle spalle delle chiesa dell’Ecce Homo, al viale del Fante, accanto al Palazzo della Provincia, ha provocato le prime prese di posizione contrarie. Prima in ordine di tempo è intervenuta la consigliera indipendente Elisa Marino, del gruppo misto, secondo la quale “il trasferimento da una parte all’altra della città finirà con il penalizzare le numerose persone anziane che risiedono nei pressi della chiesa dell’Ecce Homo, per di più con il risultato di rendere ancora più spoglia e povera una zona del centro storico superiore che, al contrario, avrebbe bisogno di maggiore vitalità”. Se lo scopo – osserva la Marino – era quello di evitare il degrado e l’assenza della necessaria attenzione sul fattore igiene ambientale da parte degli operatori ogni qualvolta si tiene il mercatino, sarebbe bastato adottare una serie di provvedimenti sanzionatori più pesanti del solito nei confronti di chi trasgredisce e di chi non effettua la raccolta dei rifiuti secondo il regolamento. Infine la consigliera annuncia che “chiederà in aula se si tratta di una decisione irreversibile oppure se esistono i margini per fare desistere l’Amministrazione comunale da un provvedimento che, al pari di altri, scontenta tutti. E, in ogni caso, mi farò promotrice di un incontro tra l’assessore e i residenti della zona per valutare appieno i contorni della problematica che non può essere liquidata così su due piedi e in maniera frettolosa”. Più possibilista la posizione di un attento osservatore della vita cittadina, qual è Mario Chiavola, presidente di Ragusa in movimento, il quale trova elementi di ragionevolezza sia da parte dei contrari che da parte dei favorevoli al trasferimento. Secondo i primi lo spostamento del mercatino priverebbe un centro storico già penalizzato da numerose scelte sbagliate di un minimo di vitalità, riducendo ancora di più le notevoli limitazioni con cui soprattutto le persone anziane si vedono costrette a fare i conti, mentre i favorevoli sostengono che soltanto così si potranno eliminare quelle assurdità che si vedono ogni giovedì visto che alcuni operatori dell’ambulantato sembrano non rendersi conto che la zona è tutto sommato densamente abitata e che quindi, a maggior ragione, non possono permettersi di lasciarsi andare a sconcezze di vario genere. Chiavola pertanto avanza una proposta da non sottovalutare, ovvero “indire un minireferendum che coinvolga tutti gli abitanti del quartiere per comprendere se è davvero questa la loro volontà, dinanzi alla quale, nel caso in cui fosse verificata, tutta la città dovrebbe inchinarsi. Fermo restando che, comunque, per frenare il degrado, potrebbero essere adottati degli opportuni correttivi, dall’attivazione di una più attenta azione sanzionatoria da parte della polizia locale alla collocazione nel posto di alcuni bagni chimici”. (da.di.)