Le scuole italiane sono state promosse nella varietà dei menu offerti nelle mense, che rispecchiano i prodotti di stagione, e nell’utilizzo di alimenti a km 0, biologici o presi direttamente dal produttore per il 73% ma bocciate nell’offerta di spuntini e merenda a base di frutta con il 28%. Lo si evince da alcuni dati condotta dal ministero della Salute, con quello dell’Istruzione, sulla ristorazione scolastica in Italia. L’indagine ha coinvolto 7.733 istituti scolastici tra scuole dell’infanzia, elementari e medie. A rispondere ai questionari 1.168 istituti, pari a 4.294 plessi. E’ così emerso che la maggior parte delle scuole (73%) conosce le Linee di indirizzo sulla ristorazione scolastica, e che il 97,61% le applica, mentre c’è un 2,39% che pur conoscendole, non le applica. In generale la quasi totalità delle scuole (96,85%) articola il menù della mensa su 4-5 settimane, rispecchiando la stagionalità dei prodotti. Un menù in cui si privilegia l’impiego di alimenti della filiera corta, dove il 31% è a km 0, il 30% da agricoltura biologica, il 3% direttamente dal produttore, il 9% da altro, mentre il 48% non usa alimenti a ridotto impatto. Se da una parte la scelta dei prodotti è molto attenta dall’altra parte permane ancora la scarsa abitudine ad offrire la frutta, soprattutto negli spuntini e merende. Dai dati infatti emerge che solo il 28% delle scuole offre la frutta spuntino della mattina e la merenda del pomeriggio