Certamente la California ha ben poco a che vedere con Ragusa, ma il disastro ambientale avvenuto sulla costa di Santa Barbara con lo sversamento di 400 mila litri di petrolio dall’oleodotto, serva da lezioni anche per il nostro territorio. A segnalarlo è il circolo Il Carrubo di Legambiente Ragusa che sottolinea pericoli derivanti non solo dall’estrazione ma anche dal trasporto del greggio e dei suoi derivati. A maggior ragione in un territorio come quello ibleo, “a causa dell’oleodotto di 35 km, di cui 6,5 in mare, che la società Irminio intende costruire per sfruttare i pozzi che vorrebbe scavare lungo il fiume Irminio”. L’associazione ambientalista non perde l’occasione per citare “l’inquinamento delle acque potabili di Santa Croce Camerina in concomitanza della perforazione del Pozzo S.Anna di proprietà della Enimed, Irminio ed Edison”, ma anche per ricordare che persino “in Arabia Saudita, primo produttore mondiale di petrolio, il potentissimo ministro del petrolio del Regno, Ali al-Naim, prevede un futuro senza petrolio già nel 2040, 2050 mentre Riad, intende diventare una potenza globale nell’energia solare ed eolica”. Tornando a casa nostra, Legambiente auspica che “il comune di Ragusa, prima di decidere (auspichiamo negativamente) sul rilascio della concessione edilizia alla società Irminio per le ricerche petrolifere nella vallata del fiume, pensi attentamente alle conseguenze che potrebbe avere quella scelta” e propone in alternativa “che investa le risorse delle royalty petrolifere nella transizione verso un modello energetico a bassa emissione di CO2, per il bene dell’ambiente, della salute, dell’economia e del lavoro, in quanto investire in rinnovabili ed efficienza energetica permette di creare molti ma molti posti di lavoro in più del settore petrolifero”. Daniele Distefano