Tutti in piazza, studenti e professori, per lo sciopero contro la riforma Renzi. Intanto Governo e maggioranza , se da una parte ribadiscono la bontà del disegno di legge e l’intenzione di andare avanti, dall’altra non rinunciano a lasciare una porta aperta al dialogo. Il ministro Maria Elena Boschi continua a ripetere che: “ Se ci sono modifiche da fare, le faremo. Non c’è chiusura totale". I cortei di oggi,martedì 5 maggio, si terranno in sette città (Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma), e vedono schierati compatti cinque sindacati della scuola: Flc Cgil, Uil Scuola, Cisl Scuola, Snals Confsal e Gilda. In piazza anche i Cobas, che però si smarcano dai "cinque sindacati monopolisti" che, secondo il leader Pietro Bernocchi, "si sono già pronunciati a favore di un compromesso a perdere con Renzi". I sindacati dal canto loro ribadiscono le ragioni della protesta, e in particolare il no ai "super poteri dei dirigenti scolastici", la richiesta di un piano di assunzioni per stabilizzare il lavoro di docenti e Ata e il rinnovo del contratto scaduto da sette anni, oltre a forti investimenti.