Non è più uno sciame sismico, quello che sta investendo il circolo ragusano del Pd “Rinascita democratica” ma un terremoto vero e proprio. Infatti anche uno degli storici fondatori del cosiddetto terzo circolo, Giorgio Massari, capogruppo consiliare, si è dimesso dalla segreteria. Eravamo stati facili profeti, giorni fa, alla notizia delle dimissioni dei tre componenti dell’organismo direttivo, Carmelo Anzaldo, Carmelo Boncolraglio e Vito D’Angelo, che erano andati ad aggiungersi ad Alessandra Sgarlata, uscitane qualche tempo prima, a prevedere ulteriori sviluppi della situazione. Che ora, con le dimissioni di Massari, sono divenuti realtà, sconquassando la vita interna del più recente, per nascita, circolo democratico ragusano. Nella lettera inviata al segretario di circolo Tony Francone, al segretario della federazione provinciale Giovanni Denaro e ai componenti del coordinamento di “Rinascita democratica” Giorgio Massari, dopo aver ricordato che “le recenti dimissioni dei quattro membri della segreteria del circolo Rinascita democratica, che fanno seguito a quelle di Elio Accardi dalla presidenza del circolo, mostrano quanto negativo sia il giudizio politico che viene dato alla gestione del segretario Francone”, ricorda di essersi autosospeso già a febbraio scorso ma assicura che “non abbandono il circolo di cui, assieme ad Elio Accardi, sono stato l’ideatore, condividendone il progetto prima con l’amico Vito Piruzza e poi con il consigliere D’Asta”. Ma, secondo il capogruppo democratico al consiglio comunale, “il circolo “rinascita democratica” ha finora perso tutte le sfide per cui era nato, la sfida a realizzare uno spazio in cui la politica si connotasse come progetto contro il declino di Ragusa e non come arena in cui contendere spazi di micro potere, la sfida agli indifferenti e ai diffidenti rispetto alla politica, attraverso il sostegno ad una partecipazione semplicemente democratica, non imbrigliata dai numeri delle tessere e dalle correnti, la sfida per una politica capace di produrre identità ed identificazione nel partito democratico, ma che invece ha prodotto distacco e allontanamento”. Poi Massari invoca “la necessità di una svolta sia nel circolo stesso che nel PD di Ragusa nelle sue varie articolazioni” e si dice convinto che “tale svolta, nel circolo, passa attraverso l’azzeramento di tutti gli organismi e la ripresa di una fase di riprogettazione politica, coerente con le idee e i valori dichiarati nella sua fondazione”, senza però dimenticare che “i tempi sono maturi perché i tre circoli del Partito Democratico di Ragusa, diano inizio ad una nuova stagione politica, assumendosi ciascuno le responsabilità del passato che non può essere rimosso né ignorato, ma piuttosto utilizzato come occasione per apprendere dagli errori e trovare le cause che hanno portato alla frammentazione, a tante defezioni e al fallimento in tutte le elezioni dal 2008 ad oggi”. Secondo Massari infatti “il Partito democratico esprime a Ragusa una classe dirigente di qualità, ricca di esperienza, di competenze politiche, tecnico-amministrative, progettuali e relazionali di cui Ragusa avverte drammaticamente la mancanza e sicuramente capace di interpretare, rappresentare e governare lo sviluppo della nostra città, purchè le virtù individuali si trasformino realmente in virtù del gruppo cioè del partito”. Da un punto di vista politico e organizzativo Massari ritiene che “un primo passo verso questa nuova fase può essere costituito dalla creazione dell’unione comunale e dalla scelta di un segretario cittadino capace di garantire un percorso nuovo, di condurre ad unità le legittime diversità dei circoli e delle esperienze, garante dell’autonomia dei territori e di una politica nuova”. Daniele Distefano