Ben tre membri della segreteria del circolo Pd di Ragusa “Rinascita democratica” hanno presentato le proprie dimissioni dalla carica. Si tratta di Carmelo Anzaldo, Carmelo Boncoraglio e Vito D’Angelo che vanno ad aggiungersi ad Alessandra Sgarlata, dimessasi già tempo fa. In una nota inviata al segretario del circolo stesso, Tony Francone, al segretario della federazione provinciale Giovanni Denaro ed ai componenti del coordinamento di circolo, i tre dimissionari adducono a motivo del loro passo indietro “la mancanza di condizioni minime necessarie per poter contribuire a che il circolo da noi fondato possa essere fedele alle sue promesse e alle sue idee costituenti legate alle creazione di uno spazio libero da appartenenze a correnti e da prevaricazione personalistiche, in cui ogni iscritto potesse sentirsi semplicemente un “democratico” in una comunità di persone capaci di un confronto politico libero e rispettoso delle diversità di ognuno, teso alla ricerca di percorsi condivisi per il bene della nostra città”. Piuttosto pesanti anche le accuse in prima persona al segretario Francone, reo, secondo i dissidenti, “di non esser stato capace di custodire e valorizzare le risorse e le diversità umane, culturali, politiche presenti nella segreteria, nel coordinamento e nel circolo, rendendo il confronto interno difficile e sterile mentre in un anno di segreteria Francone la proposta politica del circolo è stata sostanzialmente assente nel dibattito politico della città ed assolutamente inutile ad orientare l’azione amministrativa dei consiglieri comunali”: Anzaldo Boncoraglio e D’Angelo addebitano anche al segretario di circolo “di non essere stato capace di gestire con equilibrio l’ingresso di nuovi iscritti al circolo, creando le condizioni perché questi ultimi anziché essere accolti come nuove risorse che in un percorso politico legittimo avevano scelto di aderire al Pd e che quindi si aggiungevano alla realtà presente nel circolo, venissero invece utilizzati come strumento per trasformare e caratterizzare il circolo come corrente di partito a servizio di una parte”. I dimissionari comunque non mancano di assicurare, quasi per non bruciarsi i ponti alle spalle, che “non faranno mancare il proprio impegno politico affinchè il circolo “rinascita democratica” torni ad essere quella comunità pensata alla fondazione, cioè una comunità di persone semplicemente democratiche, capaci di fare sintesi delle diversità per una politica utile a Ragusa”. Fin qui le parole ufficiali per rendere palese un ulteriore malessere che investe ancora una volta il partito democratico ragusano, già parcellizzato in tre diversi circoli, almeno due dei quali sono peraltro in ulteriore polemica con la segreteria provinciale. Ma per capire i retroscena di questa nuova lacerazione si può forse avanzare l’ipotesi che a far deflagrare il circolo possa essere stato l’ingresso del deputato regionale Nello Dipasquale dopo la sua adesione al Pd e che avrebbe fatto in modo di piazzare suoi fedelissimi ai vertice di “Rinascita democratica”, come per esempio Vito Frisina alla presidenza dopo le dimissioni di Elio Accardi. Ma ci si chiede anche se l’insistenza del consigliere comunale Mario D’Asta, tra i maggiorenti del circolo, insieme al segretario Francone, sulla appartenenza “renziana” sia stata mai digerita dai vari Giorgio Massari, Elio Accardi, Vito Piruzza, Carmelo Laporta, tra i maggiori artefici della nascita del partito a Ragusa in tempi che sicuramente renziani non erano e che non sappiamo quanto possano aver continuato a gradire la reiterata insistenza su tale appartenenza. Così da far prevedere possibili ulteriori sviluppi della situazione
Daniele Distefano