Sabato 11 aprile grande festa in musica a conclusione del rito Crisci ranni, nell’ambito dell’iniziativa “Festival delle Famiglie II edizione e rito Crisci ranni 2015”, sostenuto dall’Amministrazione comunale e dall’assessorato ai Servizi sociali. La festa di Crisci ranni, che quest’anno si è spostata in città concentrando, insieme a scuole, parrocchie, associazioni, attenzione e passione educativa sul tema «La Casa nella città, la Città a misura di casa…», ha avuto inizio all’Atrio comunale con gli itinerari narrativi per bambini a cura del Piccolo Teatro. La storia di Nino – il personaggio creato e curato da Dada Iacono che negli anni è cresciuto insieme al Cantiere educativo– è stata narrata in cinque tappe nelle vie del centro storico. L’ultimo racconto in piazza Matteotti, dove, per il quinto anno consecutivo si è rinnovato l’antico rito del sabato dopo Pasqua, con cui la città ha lanciato in alto i bambini e ha accolto gli slanci dei giovani per crescere come città bella, giusta e fraterna.
La festa è proseguita fino a tarda sera con il concerto dei Qbeta offerto dalla Fondazione di Comunità Val di Noto. Quest’ultima sostiene il cantiere educativo “Crisci ranni” con il progetto “Città inclusiva” che, grazie al supporto di Fondazione con il Sud, permette oggi di consolidare quanto avviato negli anni precedenti. Sono in tutto diciotto i progetti avviati nel suo primo anno di vita dalla Fondazione di Comunità Val di Noto -grazie al sostegno di Fondazione con il Sud, Caritas Italiana, le diocesi di Noto e Siracusa, e grazie anche al raccordo tra diverse realtà del terzo settore- con l’intento di mettere insieme le esperienze più vive e un pensiero rivolto soprattutto alle nuove generazioni: a dare loro segni di speranza, coniugando insieme un sociale promozionale e un’economia solidale per rigenerare comunità e far ripartire il Sud.
In questo nostro Sud affonda le radici il progetto musicale dei Qbeta, la cui formazione nasce da generi musicali diversi che condividono la cultura e la rivalutazione dei ritmi e delle armonie tipici delle musiche mediterranee. Da qui la scelta di elaborare i testi anche in lingua siciliana, sposandoli con i tempi e le melodie frenetiche e contemplative proprie della passionalità del popolo mediterraneo. “Il mandorlo è in fiore e io che sogno un viaggio nel mondo” è la frase che ha in sé il senso intero del lavoro del gruppo musicale. «Il mandorlo è un albero che adorna i movimenti irregolari ed aspri della nostra terra. Nelle sue radici scorre la linfa della Sicilia stessa – spiegano – Ma il mandorlo è anche albero “aperto”, innestabile con altri frutti…ed è ciò che cerchiamo di fare all’interno del nostro percorso creativo. Un mandorlo con le radici ben infisse in Sicilia, ma che si nutre anche di terra ocra d’Africa, di vento meticcio latino americano, ritmi sanguigni dei Balcani, solarità mediterranea. Un grande mandorlo vigoroso, ricco di essenze e umori del Sud».
Il vero soggetto promotore questa sera è la piazza – ha esordito Maurilio Assenza, presidente della Fondazione di Comunità Val di Noto – perché le Fondazioni di Comunità nascono quando diverse realtà si mettono insieme per ridare vita e speranza a questo territorio”. La Fondazione di Comunità sostiene ad esempio Ripartenze, progetto di attenzione e accompagnamento alle persone più deboli perché possano ripartire nella vita. “Mai più scarti nella società. Dobbiamo far ripartire tutti e dobbiamo farlo insieme” – ha proseguito Assenza, sottolineando che la Fondazione sostiene inoltre progetti di economia solidale e la nascita di nuovi cantieri educativi, che creano coesione, educano e fanno rifiorire le periferie, dando vita a città che si incontrano: oltre a quello modicano di Crisci ranni ce ne sono a Noto, Ispica, Pozzallo. “La Fondazione di Comunità Val di Noto stasera è lieta di offrire a Modica il concerto dei Qbeta, che danno nella musica una possibilità di incontro e di ripensamento, con il segno del mandorlo che fiorisce: noi speriamo che rifiorisca anche amicizia e speranza – ha concluso il Presidente – i supporti economici della gente saranno tradotti in segni concreti di speranza. Per questo ci affidiamo a questo soggetto: la piazza, guidata dai giovani, dove si affacciano le case, luoghi di affetti, che nella città diventano misura di una politica alta bella e creativa”