Elefanti fossili in corsia! Tutto può accadere se il protagonista della nostra storia si chiama Gianni Insacco. Il famoso paleontologo comisano, studioso di fossili vertebrati e responsabile del museo di storia naturale di Comiso, ha scoperto, nelle lastre di travertino degli stipiti delle finestre di un reparto dell’ospedale Paternò Arezzo di Ragusa Ibla, dei resti di elefante nano di Sicilia. Sulle lastre erano ben visibile (oper gli occhi esperti di Insacco, non per i tanti altri che le avevano viste in questi anni) dei resti di denti (molari e incisivi e dei frammenti di cranio. “Li ho notati durante le lunghe attese aspettando la nascita di mio figlio, guardando attraverso le finestre il panorama circostante – spiega Insacco -. Un giorno la mi attenzione è stata rapita da alcune inclusioni presenti nelle stipiti delle finestre rivestiti da lastre di travertino. C’era qualcosa di strano su quelle superfici. In effetti mi sono reso conto che in esse vi erano conservati dei resti fossili di elefante, in sezione: qualche molare, frammenti cranici e incisivi di elefante. Si tratta dell’Elephas falconeri o elefante nano di Sicilia, il più antico ed il più piccolo tra le due specie di elefante nano siciliano vissuto nel Pleistocene medio, circa 500.000 anni fa. Le lastre di travertino, molto probabilmente, provengono da Alcamo dove è conosciuta la presenza già in tempi storici di resti fossili di Elephas falconeri, documentata sia dagli scalpellini di Alcamo ma anche da un articolo scientifico di “Burgio & Cani” del 1988 pubblicato sul Naturalista Siciliano”.
I resti fossili di elefante rinvenuti sugli stipiti delle finestre del reparto dell’ospedale Paternò Arezzo di Ibla, provenienti dalle cave di travertino di Alcamo, sono dunque coevi a quelli che vivevano a Comiso. E a Comiso, proprio Insacco ha scoperto, ormai 20 anni, le prime tracce dell’elefante nano ed i frammenti che oggi sono custoditi nel museo di Comiso. “Questo ritrovamento – continua Insacco – ha un grande significato culturale e scientifico perché spesso e come è stato dimostrato in varie occasioni, contrariamente a quanto si possa credere, si costruisce con i fossili e alcuni ritrovamenti importanti di reperti paleontologici sono stati effettuati nei rivestimenti lapidei di ville, palazzi, chiese, selciati urbani e così via, ma forse è la prima volta in un ospedale.
Adesso si dovranno effettuare dei sopralluoghi mirati con i funzionari dell’Azienda Sanitaria Provinciale 7 di Ragusa, al fine di operare un censimento ricognitivo e per arricchire il patrimonio di conoscenze scientifiche del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso”.