Cala il numero delle nascita in Italia. Lo dice una ricerca del Censis, presentata a Roma, realizzata in collaborazione con la Fondazione Ibsa, su un campione di medici specialisti (ginecologi, andrologi e urologi). Dallo studio emerge che il 60% delle coppie italiane non riesce ad accedere con facilità alla procreazione assistita poiché questa possibilità non è ancora offerta concretamente ai pazienti nonostante la sentenza della Consulta che riammette questa tecnica. Il 75% degli specialisti e’ convinto anche che la crisi economica scoraggi le coppie che devono ricorrere alla procreazione medicalmente assistita. Le coppie trattate in Italia con tecniche di procreazione medicalmente assistita erano 54.458 nel 2012 (ultimo dato ufficiale disponibile): +77% rispetto alle 30.749 del 2005. Nel 23,2% dei casi si arriva alla gravidanza. I bambini concepiti in provetta venuti alla luce sono stati 9.818 nel 2012: +169% rispetto ai 3.649 del 2005. La meta’ degli specialisti consultati dal Censis ritiene che i problemi di infertilita’ colpiscano il 20-30% delle coppie italiane, a fronte delle stime dell’Organizzazione mondiale della sanita’ che parlano del 10-15%. Ed e’ certo che i problemi di infertilita’ e sterilita’ siano aumentati rispetto al passato: lo pensa il 91,3% dei medici interpellati. Inoltre, la meta’ degli specialisti, ritiene che una coppia dovrebbe iniziare a preoccuparsi tra i 12 e i 24 mesi dopo i primi tentativi di concepimento. Il 36%, pero’, ritiene che bisognerebbe preoccuparsi prima, trascorsi da 6 a 12 mesi dai primi tentativi. Per il 4,7% e’ utile anticipare entro i 6 mesi, per il 9,3% aspettare almeno 2 anni. Tra la popolazione, invece, sale al 44% la percentuale di chi ritiene che si debba attendere oltre 2 anni dai primi tentativi prima di preoccuparsi. Secondo poco meno della meta’ degli specialisti, l’eta’ in cui una donna che aspira a essere madre dovrebbe iniziare a preoccuparsi e’ oltre i 35 anni. La maggioranza del campione individua dopo i 25 anni l’eta’ giusta per iniziare a effettuare esami di screening dell’infertilita’ (l’impossibilita’ di portare a termine la gravidanza con la nascita di un bambino sano) e sterilita’ (l’incapacita’ a concepire). Il 77,3% si dice favorevole all’attivazione di programmi regionali e nazionali per lo screening dell’infertilita’ delle donne, mentre e’ favorevole allo screening per gli uomini una percentuale ancora piu’ alta e pari all’81,3%. I pazienti con problemi di infertilita’ sono seguiti in quasi la meta’ dei casi privatamente (46,6%), il 39,7% in strutture pubbliche e il 13,7% sia nel pubblico che nel privato. Quasi il 75% degli specialisti ritiene che le coppie con problemi di infertilita’ tendano a consultare piu’ di uno specialista prima di affidarsi alle cure di quello scelto alla fine. Il 62% degli specialisti giudica i propri pazienti poco o per nulla informati sia sui problemi di infertilita’ e sterilita’, sia sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita. I ginecologi, andrologi e urologi sono concordi nel sottolineare l’importanza della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita (89,3%). Ma evidenziano la presenza di rilevanti differenziazioni territoriali nell’applicazione della legge. L’88,7% dei medici sottolinea che non in tutte le regioni italiane e’ assicurato lo stesso livello di qualita’ nei trattamenti per la procreazione medicalmente assistita e che, nonostante le dichiarazioni di principio, non in tutte le regioni e’ assicurata la gratuita’ dell’accesso alle cure per la Pma (83,3%). In Italia il 54% dei centri in cui si puo’ effettuare la Pma iscritti al registro nazionale sono privati, e la percentuale arriva al 69% al Sud.