Abbiamo bisogno di più Socialismo, di più Sinistra, oggi più che mai nella coscienza di vivere la società del declino civile. Lo potremmo chiamare anche mutualismo laico, o in qualunque altro modo, purché l’accezione sia utile a porre in rilievo l’esigenza di un contraltare alla feroce competizione per il profitto e il dissoluto eccessivo accumulo di ricchezze da iper-produzione, spesso solo in nome dell’artificio finanziario. In altri termini ci serve un’alternativa da contrapporre al capitalismo più liberista e meno liberare. Socialismo e capitalismo (o astraendoli ab origine collettivismo e individualismo), sono modelli di pensiero innati nell’umanità, e concorrono vicendevolmente alla formazione di una Civiltà Libera e in progresso continuo. Perciò non si vuole demonizzare il fatto che esista, da parte di una rilevante porzione sociale, la tensione alla proprietà, o alla realizzazione di un capitale, piuttosto si crede utile ricorrere alla moderazione degli eccessi conseguenti a tale visione della vita, per mezzo di politiche di tipo liberal-socialiste. Così che tutto possa concorrere utilmente nel sistema conviviale. Il lavoratore e il datore di lavoro sono figure imprescindibili per qualunque tipo di analisi storica ed economica. Nel rispetto reciproco delle opposte relazioni dialettiche, l’uomo evolve insieme agli eventi e ai tempi, che già da soli precorrono talvolta le azioni. Il sistema si inceppa quando una delle due visioni ideologiche ha il sopravvento sull’altra. Ed è per tale ragione incontestabile che oggi occorre uscire dai piagnistei fatui dell’antipolitica, quanto dall’asservimento al pensiero del più forte. Occorre comunque cambiare le cose, ripristinando gli equilibri sociali, e bisogna farlo muovendo riflessioni critiche e proficue dall’interno, nello specifico dal e nel Partito Democratico, casa unica del pensiero di Sinistra e Liberale, aderendo con convinzione alle logiche di un socialismo di respiro europeo. Lo si deve fare nel massimo e assoluto rispetto delle gerarchie interne democraticamente elette all’interno del Partito, a tutti i livelli territoriali. Non solo in collaborazione, ma soprattutto in funzione – anche nelle critica – delle scelte politiche segratariali, in quanto esatta e pertinente manifestazione democratica interna, per cui degna del massimo rispetto. Occorre modificare le storture con la politica, chiedendo Sinistra, Socialismo, Progressismo, Riformismo – come già detto – Mutualismo o Consociativismo etico e libero, pretendendolo con forza assolutamente al di fuori da ogni forma equivalente alla mera elemosina. La Carità alla Chiesa, la Dignità per l’Uomo. Il Liberal-socialismo ha come base le componenti descritte, dunque si auspica che la richiesta di una politica di sinistra possa indurre il liberista a tornare liberale, funzionalmente alle comuni prospettive che riguardano la lieta convivenza umana. Si parla spesso a vanvera di re-distribuzione, oggi invece sarebbe utile spingere la discussione preventivamente sulla distribuzione. Dovremo giungere a Roma partendo dalla periferia, è un dato ideologico oltre che geografico. La restrizione del campo dei problemi è una necessità che oggi si impone all’analisi politica. Riusciremo a suggerire una discussione di elevata qualità, nel senso più progressista, solo dando risposte nell’immediato nel nostro territorio.
F.to dott. Guglielmo Pacetto, Gaetano Celestre, Francesco Occhipinti, ing.Bartolo Bonvento, dott. Claudio Caruso