L’annunciata chiusura delle sede territoriali di Banca d’Italia, come dai piani del Direttorio guidato dal Governatore di Palazzo Koch, Ignazio Visco, ha messo in fermento i dipendenti che annunciano per domani uno sciopero. "L’articolazione della rete territoriale della Banca d’Italia, dopo la riforma voluta dall’allora governatore Draghi nel 2008, non puo’ essere rivista ulteriormente", afferma il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale. Allora, prosegue il dirigente sindacale, "pur in presenza di una decisione unilaterale, contrattammo le ricadute sul mondo del lavoro, ma la prospettiva doveva essere quella di un effettivo potenziamento delle Filiali rimaste. Al contrario, invece, il nuovo vertice ne ha deliberatamente provocato un progressivo ridimensionamento operativo, arrivando ora a proporne la chiusura su larga scala". Per questo, la Fisac Cgil, insieme agli altri sindacati, "rifiuta una simile impostazione e chiede alla Banca di tornare al tavolo per proseguire il confronto avviato col protocollo d’intesa del 2 ottobre 2013".
In quella sede, ricorda Megale, "si era previsto ‘un confronto senza pregiudiziali sul valore e sulle prospettive evolutive del ruolo delle Filiali e sulla consequenziale configurazione della rete territoriale, al fine di individuare soluzioni sulle quali possa registrarsi la piu’ ampia convergenza’. Per questo, tale confronto deve riprendere e deve concludersi. L’auspicio e’ di arrivare a un modello flessibile di presenza sul territorio che garantisca la persistenza della Banca d’Italia in ogni contesto attualmente individuato, prevedendo anche un potenziamento di tutte quelle realta’ dove lo richiedano le analisi sulla collocazione geografica, sulla dimensione demografica e sulla natura economica del distretto di riferimento".
"Banca d’Italia – conclude – deve continuare a rappresentare quel valore e quel patrimonio istituzionale e di competenze da sempre al servizio del Paese che noi difendiamo che non puo’ e non deve essere svalorizzato". (Agenzia)