Nel corso della IV Giornata nazionale del fiocchetto lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, i neuropsichiatri dell’ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno evidenziato come questo tipo di problema si sia accentuato tra gli adolescenti. Dai dati è emerso che sono più frequenti i casi di anoressia e bulimia nervosa intorno agli 8-9 anni. Malattie quasi esclusivamente femminili che nelle forme più gravi colpiscono rispettivamente circa lo 0,9% e l’1,5% delle donne. Questi valori aumentano notevolmente se si considerano anche i casi meno gravi. Tra le malattie psichiatriche, anoressia e bulimia sono le sindromi che fanno registrare il più alto tasso di mortalità. Nel caso dell’anoressia nervosa, in particolare, il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. L’anoressia nervosa – spiegano ancora gli esperti – è caratterizzata da magrezza eccessiva determinata da un comportamento alimentare ostinatamente finalizzato al dimagrimento o al mantenimento di un peso inferiore a quello previsto per età ed altezza. Si accompagna a una distorta percezione della propria immagine corporea e a un controllo ossessivo del proprio peso e delle calorie ingerite. Questo disturbo può insorgere anche in bambine e ragazze giovanissime, in età prepuberale. Il picco si raggiunge a 14-15 anni, fase dello sviluppo in cui il corpo assume una posizione centrale nella assunzione della propria identità, e intorno ai 18 anni, età in cui i giovani devono far fronte a una maggiore pressione sociale rispetto le proprie autonomie personali. Nella bulimia nervosa, invece – aggiungono i neuropsichiatri dell’ospedale Bambino Gesù – il sintomo più caratteristico è l’abbuffata, ovvero l’ingestione in un breve periodo di tempo di grandi quantità di cibo, solitamente molto calorico, accompagnato dalla sensazione di una totale perdita di controllo su ciò che si mangia. Come nell’anoressia, l’insoddisfazione per il proprio corpo è un aspetto che influenza in modo sproporzionato il livello di autostima. La paura di ingrassare rispetto ai comportamenti di non controllo alimentare è molto alta e determina l’impiego di comportamenti di compenso (vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici, intensa attività fisica) per evitare che l’ingestione di troppe calorie causi un aumento del peso. L’età media di esordio è tra i 15-18 anni. L’inizio della malattia è solitamente riconducibile a una dieta dimagrante sulla quale ben presto si perde il controllo per attuare un regime di semi-digiuno.