Sono stabili le condizioni del giovane 35enne modicano trasferito giovedì scorso presso la terapia intensiva dell’Ismett di Palermo in seguito a una gravissima insufficienza respiratoria provocata dalle complicanze del virus dell’influenza H1N1. Il ragazzo, colpito da una gravissima forma di influenza, non riusciva più a respirare e dopo un breve ricovero nel reparto di malattia infettive visto il precipitare degli eventi si è reso necessario il trasferimento in rianimazione. Quì le sue condizioni sono apparse subito estremamente gravi e dopo una brevissima osservazione come da protocollo in questi casi i sanitari hanno attivato il trattamento in Ecmo (extra corporeal membrane oxygenation) presso la Terapia Intensiva dell’unico centro siciliano presente all’Ismett di Palermo. Diretto dal Prof. Antonio Arcadipane il centro di eccellenza palermitano fa parte della rete respira, network nazionale di 16 terapie intensive, promosso nel 2009 dal Ministero della salute per fronteggiare il virus A tipo H1N1.
Cos’è l’Ecmo?
È una tecnica di supporto alle funzioni vitali: grazie alla circolazione extracorporea, permette di mantenere il cuore e/o i polmoni a riposo, consentendo così il loro recupero funzionale. La tecnica extracorporea viene effettuata con una pompa, che supporta la funzione contrattile del cuore, e con un ossigenatore a membrana, che integra o sostituisce temporaneamente la funzione di scambio polmonare.
L’attivazione del team Ecmo
Alle ore 16 circa viene attivata l’equipe multidisciplinare composta da un cardioanestesista un perfusionista ed un cardiochirurgo che nonostante le condizioni meteo avverse in quel momento sono saliti a bordo di un elicottero del 118 per recarsi presso il Maggiore di Modica.
La stabilizzazione dei parametri vitali
L’equipe multidisciplinare una volta arrivati in rianimazione dopo una prima valutazione hanno proceduto al posizionamento del dispositivo Ecmo così da permettere il trasporto nel più breve tempo possibile e allo stesso tempo, per garantire la stabilità emodinamica e la sicurezza del paziente durante il volo.
Il ministero della Salute: non si chiama “suina”
In merito a quanto diffuso in questi giorni da organi di informazione sulla diffusione della variante dell’influenza definita, in modo improprio, suina, il ministero della Salute precisa che:
- L’influenza suina non contagia l’uomo, anzi, potrebbe accadere il contrario. È dunque improprio parlare di influenza in questi termini. I suini italiani godono di ottima salute
- Al momento si contano 50 persone in terapia intensiva su milioni di casi, numeri che rientrano nelle normali statistiche
- I virus influenzali che circolano abitualmente nei suini non sono associabili ai ceppi della variante di influenza H1N1 che stanno interessando in questi giorni la popolazione a livello nazionale
- I risultati dei controlli dell’ISS hanno evidenziato come sia più facile che questo virus, di origine animale ma oramai da tempo diffuso nella popolazione umana, si trasmetta semmai dall’uomo al suino. E’ da escludersi quindi qualsiasi collegamento tra influenza suina e umana
- Il virus H1N1 si diffonde da uomo a uomo ormai da 5 anni. Già nel 2009, all’atto della sua comparsa, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (OIE) aveva rilevato come la variante H1N1 ceppo California non fosse stato isolato negli animali. Già allora il nome di “influenza suina” non era corretto e per questo motivo era stato suggerito di definire tale pandemia "influenza nord-americana".