Una due giorni di puro spettacolo al Teatro Donnafugata di Ibla per “Vita morte e resurrezione di Pulcinella”, piéce che il maestro mascheraio, attore e regista Antonio Fava, maestro di commedia dell’arte, ha portato in scena per la stagione teatrale 2015 diretta dalle sorelle Vichy e Costanza Diquattro con la consulenza di Carlo Ferreri. Sia nella serata di sabato 21 febbraio che nella replica di domenica 22, il pubblico ha riempito il teatro ed è ritornato bambino lasciandosi andare alle risate spontanee e genuine, partecipando alla recitazione indotta dal bravissimo Antonio Fava e agli applausi a scena aperta. La commedia ha tradotto in gesti, in linguaggio colorito e lazzi, le caratteristiche principali di questo antico genere teatrale che affonda le sue radici intorno al XVI secolo come commedia a soggetto in cui gli attori professionisti improvvisavano, nelle piazze e nelle feste carnascialesche, sulla base di un “canovaccio” e di una maschera. A fine spettacolo il maestro non ha chiuso il sipario ma si è intrattenuto ancora col pubblico per una lezione dimostrativa sulla commedia dell’arte e soprattutto sulle maschere che la caratterizzano: quella dei servi, che a Nord si chiama Arlecchino e al Sud Pulcinella, quella dei vecchi, come Pantalone o dei dottori come Balanzone ed altre ancora come Zanni. Con la commedia dell’arte nasce l’idea dell’esistenza dei teatri e del biglietto per l’affitto di una sedia. “I personaggi di scena – ha detto il maestro Fava a fine spettacolo – parlavano ognuno una lingua sua, tipica della regione in cui nascevano e le tournées che si svilupparono in tutta la penisola, era l’area linguistica a dettarne il dialetto e ad attirare l’attenzione del pubblico era soprattutto la maschera, sia per le parti maschili che femminili, che – ha aggiunto Fava – faceva fermare per la curiosità i passanti. Solo dal 1560 in poi la donna farà capolino sulla scena come attrice, perché a quei tempi era impensabile che potesse partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica”. E anche sul palco del Donnafugata il pubblico ha potuto apprezzare la maschera, Pulcinella Stramazzo, come elemento espressivo primario e poi i personaggi fissi. La maschera Pulcinella interpretata da Antonio Fava e una donna, l’attrice Cecilia Di Donato, che sulla scena ha rivestito ora i panni dell’amata Rosetta, ora della morte e altre figure femminili. Le situazioni hanno girato intorno alla fame e all’amore e l’improvvisazione come da “canovaccio” ha ridato alla piéce quella matrice antica per cui si è distinta nei secoli, anche grazie alle diverse lingue o linguaggi popolari. Fava in questi giorni resta in provincia di Ragusa per uno stage sulla commedia dell’arte in programma a Vittoria in collaborazione con l’associazione Santa Briganti. Domenica mattina, dinnanzi ad un folto pubblico, ha invece presentato il suo libro alla libreria Ubik di Ragusa. Il teatro torna a marzo con un doppio appuntamento. Il Teatro Donnafugata ospiterà infatti il 14 marzo la divertente commedia “Maledetto Peter Pan” con Michela Andreozzi, direttamente da “Tale e quale show” su Raiuno, e poi il 21 e 22 marzo uno spettacolo di impegno sociale con Lucia Sardo che presenterà “La madre dei ragazzi”, rappresentazione dedicata alla vita e alla lotta di Felicia Impastato, madre di Peppino Impastato ucciso dalla mafia.