“Lo avevo chiesto mesi fa e oggi lo ribadisco ancora una volta. Chiedo le dimissioni del presidente del Consiglio comunale, Roberto Garaffa”. E’ quanto dichiara in una nota diramata ieri il consigliere comunale Lorenzo Giannone. E lo fa dopo che Garaffa nei giorni scorsi si è associato con la minoranza attaccando il sindaco Ignazio Abbate e la maggioranza accusandoli di aver agito con un’azione che va contro la trasparenza nella pubblica amministrazione. La questione è legata all’approvazione dell’atto di Commissione approvato dalla maggioranza sul termine dei trenta giorni per la consegna degli atti ai consiglieri comunali e non dei tre giorni come era stato chiesto con un emendamento della minoranza e in particolare dalla consigliera comunale del Pd, Ivana Castello. “Forse Garaffa – commenta Giannone – disconosce il ruolo che gli è stato conferito e lo ha dimostrato, ancora una volta, schierandosi con una scelta politica che non rientra nel suo compito di presidente “super partes”. Caro presidente non pensa che sarebbe il caso di lasciare questa importante carica, che non gli si addice?”.Il presidente Garaffa interpellato sulla delicata questione afferma: “sono convinto di aver fatto la scelta giusta, ho semplicemente appoggiato una tesi che ritengo sia corretta ovvero lottare per cercare di concedere ai consiglieri comunali, tutti, sia di maggioranza che di minoranza, la possibilità di accedere agli atti in tempi brevi. Trenta giorni sono tanti e la legge li impone per i cittadini e non per chi è stato eletto dalla cittadinanza per svolgere un ruolo importante sia di operato che di controllo su ciò che avviene al Comune. Anche stavolta mi sento tranquillo poiché ho espresso un parere che a mio modo rientra nella figura istituzionale che ricopro. Io devo vigilare su ciò che avviene in ambito consiliare e la mia azione è legata al voler essere il garante della trasparenza”. Dalla maggioranza interviene anche il consigliere comunale Piero Armenia, presidente della I Commissione e quindi colui che ha lavorato all’atto presentato e approvato in Consiglio comunale. “Ciò che è accaduto in aula – dichiara Armenia – è inammissibile. Noi abbiamo presentato un atto attenendoci alla legge. Inoltre abbiamo chiarito che non si esclude la possibilità per i consiglieri che richiedono un atto che gli venga consegnato prima dei trenta giorni che sottolineo è il termine ultimo”.