Sospendere la bollettazione della Tari riformulandola correttamente, restituire subito i soldi versati ingiustamente dai cittadini e convocare una seduta del Consiglio comunale aperto sulla Tari. Sono stati questi gli argomenti oggetto dell’incontro tenuto, ieri mattina nella sala G. Spadaro a palazzo San Domenico, dai consiglieri di minoranza. Presenti i consiglieri del Pd, Giovanni Spadaro, Carmelo Cerruto, Ivana Castello, Andrea Caruso e Michele Colombo, il consigliere di Sel, Vito D’Antona e il segretario provinciale dell’Udc, Pinuccio Lavima e il coordinatore cittadino Giuseppe Rizzone. Assenti per motivi personali ma in accordo con l’argomento dell’incontro i consiglieri Ignazio Ruffino e Claudio Gugliotta. Ad argomentare per primo è stato il consigliere D’Antona che ha presentato tutti i punti su cui l’opposizione sta lavorando. “La nostra è un’azione di denuncia. Non possiamo continuare – ha affermato D’Antona – ad assistere ad un continuo “dissanguamento” del cittadino costretto a pagare le tasse nel mentre il sindaco spende soldi per feste e festini. Non è vero che Modica ha la tassazione più bassa in provincia. Lo rivelano i numeri ovvero la Tasi all’1,85 per mille, la Tari che ha superato il costo del servizio così come è avvenuto per l’acqua. La nostra lotta è appoggiata sia dalle organizzazioni sindacali che di categoria”. In accordo con D’Antona anche la consigliera Castello che però ha aggiunto: “Chiediamo la sospensione della Tari e la restituzione immediata non dei 160 mila euro acclarati dall’assessore al bilancio Enzo Giannone ma di un milione e 200mila euro registrato come cifra in più dalle entrate della Tari. Come esponente del Pd non posso definire l’assessore Giannone come persona di “onestà intellettuale” per aver ammesso l’errore, anzi. Lo invito ad affermare che l’errore è ben dieci volte di quello proclamato nei giorni scorsi e aggiungo anche che l’aver riconosciuto uno sbaglio ai danni dei cittadini non trova giustificazione poiché questo ci fa dedurre che non svolge la mansione assegnatogli. Da ciò lo invito a dimettersi dalla sua carica. Credo che l’errore non è stato casuale ma studiato a tavolino così da consentire un avanzo di bilancio, usato dal sindaco a mò di lode per il grande operato. Bisogna annullare tutto e rielaborare i conteggi”. Dall’Ente l’assessore al bilancio continua a sostenere che l’errore sulla Tari riguarda solo le pertinenze abitative e che ammonta a 160 mila euro circa. “Il milione a cui si riferisce la Castello – commenta Giannone – deriva da un aumento dell’imponibile scattato con il pagamento della tassa da parte di evasori e nuovi contribuenti. Questo ha dato vita all’entrata di 10 milioni e 500 mila euro della Tari invece dei 9 milioni e 300 mila euro previsti.”. E’ proprio su quest’ultimo punto che il consigliere Spadaro ha puntato il dito: “se si erano già accorti che ci sarebbe stata un maggiore gettito di entrate dovevano abbassare la tariffa”.