Veronica Panarello si difende e continua a dirsi innocente. Davanti ai giudici del Riesame di Catania, la giovane madre di Lorys Stival, il bimbo ucciso il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina, ha ribadito la sua versione: quella mattina ha accompagnato il figlio a scuola, lasciandolo nei pressi dell’edificio e non l’ha più visto. La Procura di Ragusa, che ne ha chiesto l’arresto l’8 dicembre, è convinta invece che la donna menta e lo proverebbero le immagini delle telecamere di videosorveglianza disseminate in varie zone di Santa Croce, che evidenzierebbero un percorso diverso della donna rispetto a quello compiuto per andare a scuola, che vedono la sua auto entrare in garage, mentre era solita lasciarla al’esterno, che vedrebbero la sua auto dirigersi verso il Vecchio Mulino, dove venne trovato il corpo senza vita del suo bambino. L’avvocato della difesa, Francesco Villardita, ha cercato di smontare le tesi dell’accusa, sostenendo che non esiste nessuna prova che sia stata Veronica a uccidere il bambino. Villardita ha chiesto la scarcerazione, non gli arresti domiciliari. Ha riletto alcuni atti dell’accusa, tra cui la testimonianza della vigilessa che afferma di aver visto la mamma di Loris quel mattino, anche se la donna non è certa di averlo visto quella mattina, così come un’altra donna che sostiene di aver visto il bambino intorno alle 9, non distante dalla scuola.
Villardita ha anche contestato la qualità di molte delle immagini delle 41 telecamere di videosorveglianza, la presunta “compatibilità” di alcune immagini, persino le risultanze dell’autopsia e l’ora della morte presunta di Loris. Se fosse morto più tardi, come sostiene la difesa, mentre la madre era al corso di cucina a Donnafugata, questo dimostrerebbe la sua innocenza. Veronica continua a dirsi innocente e chiede di poter andare sulla tomba del suo bambino. Ha anche pianto quando ha visto le foto di Loris morto che lei ha potuto vedere solo una volta, a distanza, nell’obitorio dell’ospedale dove la salma del bambino era stata portata per l’autopsia. Poi, quando la salma è stata consegnata ai familiari, appena poche ore prima del funerale, lei era già in carcere e nessuno ha ascoltato la sua richiesta di voler partecipare al funerale. Intanto, resta da capire di chi sia il Dna trovato sotto le unghie della mano di Loris. Le risultanze scientifiche affermano che non è di Veronica e che non è importante per l’inchiesta. Ma a chi appartiene quel Dna?